A sette vicini di casa sono arrivate via WhatsApp minacce di morte da un numero che per il commissariato di Ponte Milvio è riconducibile all’attrice
“Te sparo in bocca a te a tu figlia“. Lodovica Mairè Rogati ha seminato il terrore tra i vicini di casa e di quartiere a Roma Nord. Si tratta dell’attrice 42enne, presidente di un’associazione contro la violenza sulle donne, “Io non ci sto”. Rogati, scrive il quotidiano La Repubblica, è finita al centro del caso Richetti, il senatore di Azione accusato di abusi sessuali in un’inchiesta giornalistica da parte di Fanpage. Questo è il nuovo caso giudiziario in cui è coinvolta l’artista: Sette diverse persone hanno ricevuto minacce di morte via whatsapp da un numero di telefono non direttamente riconducibile alla 42enne. Un’utenza intestata ad una giovane donna francese che, per gli inquirenti, era solo la titolare formale della sim.
Per il commissariato di Ponte Milvio, e la procura, la mano che scriveva i messaggi minatori era, appunto, quella di Rogati. Tant’ è che il pm Pantaleo Polifemo ha ottenuto il processo per l’attrice con l’accusa di minacce. Tra il giugno del 2017 e il settembre del 2018 i cellulari di sette diverse persone iniziano a ricevere sms intimidatori. “Goditi la tua ultima festa, sei morto“, si legge in un messaggio. In un altro, inviato all’amministratore di condominio, “fai stare zitte quelle teste di mxxxxa che sono venute ad abitare da poco, amministratore de sto caxxo sei morto” . E ancora: “Ti spacco la faccia, ammazzo te e tua figlia“. Ci sono poi anche gli sms politici: “comunista sei morto” . Infine, alle altre due vittime, scriveva, “vengo sotto casa sua e ti scanno” e “una di queste mattine quando esci vedi che bella sorpresina che ve faccio trovare a quei due catorci de macchine”.
Minacce e insulti via whatsapp
Ma andiamo con ordine in una vicenda complessa. Rogati, secondo Matteo Richetti, e i suoi legali sarebbe la donna che, coperta d’anonimato da Fanpage, l’accusa di molestie sessuali. L’attrice sostiene di non essere lei quella persona: “Non sono io” , ha detto ieri a Repubblica. L’artista non nega, però, di conoscere il politico e di aver avuto in passato un rapporto di amicizia finito nel peggiore dei modi. Infatti a dicembre la polizia postale ha perquisito l’abitazione della donna dopo una denuncia, a carico di ignoti, depositata dal senatore. In quel momento gli investigatori sospettavano che l’attrice fosse l’autrice di una serie di messaggi anonimi e diffamatori apparsi sui social contro l’esponente di Azione. Un’indagine per stalking, va sottolineato, che va verso l’archiviazione.
Ad ogni modo la donna sconta altri procedimenti penali. In passato è stata condannata per calunnia a 4 anni in primo grado, salvo poi beneficiare della prescrizione in Appello. La sentenza del tribunale era arrivata nel 2016, dopo che la 42enne aveva denunciato alla magistratura, sapendo che erano innocenti, il suo ex e un amico. Rogati riteneva di essere stata violentata, per i giudici quell’abuso non c’è mai stato. A maggio la donna ha subito un esposto da parte della sua estetista ( a sua volta denunciata) per minacce dopo un acceso diverbio per un trattamento non perfettamente riuscito. Sempre Rogati è imputata per aver minacciato un medico. Ad ottobre dovrà invece difendersi nell’ennesimo processo per lo stesso reato, avrebbe perseguitato i suoi vicini di casa con messaggi di morte.