All’Avvenire parla il responsabile dell’organizzazione del FdI: “Il Pnrr aiuti il nostro paese a proteggerci dall’inflazione
Toscano e militante di destra sin da giovanissimo, Giovanni Donzelli è tra i principali riferimenti di quella ‘generazione Atreju’ che da anni lavora al profilo di governo di Fratelli d’Italia. Donzelli, chiede l’Avvenire, negli ultimi giorni avete alzato i toni, da moderati siete tornati radicali: quale è il vero volto di Fdi? “Veramente il rischio che corriamo è quello di sembrare noiosi. Diciamo una cosa e poi la facciamo, non cambiamo opinione in base alle convenienze e tutti sanno già cosa pensiamo ancora prima che lo ufficializziamo. È la sinistra che ci dipinge con toni diversi a seconda di come ritiene che gli sia più conveniente“. Chiedere la difesa dei più deboli, o invocare maggiore compattezza europea nella crisi ucraina è radicale o moderato? “Per noi si tratta di buon senso”. La nuova escalation bellica richiede chiarezza sulla politica estera: ne avete riparlato con Lega e Fi? “Con gli alleati, su temi seri come questo, parliamo molto spesso e devo dirle che c’è molta sintonia. Il centrodestra italiano ha storicamente solide posizioni atlantiste, basta leggere il nostro programma per constatarlo. Nell’altro campo invece non è così, ma nessuno ne parla: nello stesso Pd ci sono posizioni diverse. Se poi ci mettiamo quelle di Fratoianni, Di Maio e Bonino”.
Siete alleati di Vox e difendete Orbán: quale Ue avete in testa? Sono anni che diciamo che l’Europa, anziché imporre vincoli come la Bolkestein che metterà in ginocchio balneari ed ambulanti, deve occuparsi più dei grandi temi strategici. Si potrebbe dire che ci avevamo visto lungo. Per contrastare la politica scellerata di Putin serve un’Unione Europea compatta: è una follia spingere nazioni verso la Russia, come si sta facendo con l’Ungheria e addirittura la Polonia che in questo momento sta dimostrando grande generosità con i profughi ucraini. Cosa significa modificare il Pnrr? “Il Pnrr è stato scritto prima che scoppiasse la guerra, la conseguente crisi energetica e questa impennata delle bollette. Ne vogliamo parlare con le altre nazioni europee, in questo momento per noi dev’ essere questa la priorità. Destinare maggiori risorse all’approvvigionamento e alla sicurezza energetici, liberare l’Italia e l’Europa dalla dipendenza dal gas russo, mettere al riparo la popolazione e il tessuto produttivo da razionamenti e aumenti dei prezzi”
“Andremo al Governo solo se riusciremo a fare tutto quello che abbiamo detto in questi giorni”
Se il centrodestra non avesse i numeri, cosa farete? “Non abbiamo mai avuto nessun altro orizzonte se non quello di centrodestra. Andremo al governo solo se saremo convinti di poter mettere in atto il programma con cui ci presentiamo agli elettori”. Avete promesso di portare l’assegno unico a 300 euro: lo farete subito? “Le persone in difficoltà devono poter vivere in modo molto più dignitoso. Se ci sarà la possibilità lo faremo subito, ma comunque lo faremo presto. È una questione da affrontare seriamente. La prima manovra sarà così a ridosso del voto che sarà di transizione, non di programmazione a lungo termine. Poi lavoreremo alle nostre proposte a partire anche da un fisco a misura di famiglia e agli incentivi per la natalità”. Come interverrete sul caro-gas, e con quante risorse? “Mentre aspettiamo il tetto europeo al prezzo del gas, secondo noi si può, da subito, tagliare gli extraprofitti che lo Stato fa sull’Iva delle bollette e sui maggiori guadagni delle partecipate dell’energia. Con 3-4 miliardi, come ha detto Giorgia Meloni, si può fare il disacoppiamento tra il costo del gas e le altre fonti e abbattere in modo significativo il costo delle bollette, senza necessità di scostamento”.
Il Sud vede come una minaccia l’autonomia. Procederete comunque? “La maggiore autonomia alle regioni, accompagnata da un rafforzamento della politica nazionale tramite il presidenzialismo, può essere una risorsa per il Sud e non un ostacolo. Il Mezzogiorno necessita di investimenti infrastrutturali materiali e immateriali: strade, porti, ferrovie, aeroporti, ma anche connessione ad alta velocità. Sull’immigrazione c’è una competizione tra quello che chiamate “blocco navale” e i decreti sicurezza di Salvini“ Quale strada imboccherete? C’è spazio per la solidarietà? “Non c’è alcuna incompatibilità fra i decreti sicurezza e il blocco navale. E non c’è alcuna solidarietà nel far selezionare chi può entrare in Italia alla mafia dei trafficanti di uomini. Bisogna selezionare chi entra in Italia in base alle necessità reali del richiedente e alla sostenibilità dell’accoglienza”.