L’attore turco Can Yaman, presto su Canale 5 con Viola come il mare, ha parlato della sua carriera nel corso di un’intervista. Ecco cosa ha detto.
Lui è uno degli attori più amati del piccolo schermo, che ha raggiunto il grande successo internazionale recitando nella soap turca DayDreamer – Le ali del sogno. Stiamo parlando di Can Yaman.
L’attore, divenuto famosissimo in Italia, dopo alcuni progetti – tra cui un notissimo spot con Claudia Gerini – ha partecipato alla sua prima serie italiana. Si chiama Viola come il mare e debutterà su Canale 5, venerdì 30 settembre.
Insieme a Can Yaman, la talentuosa e bellissima ex Miss Italia – e già protagonista di Che Dio Ci Aiuti, su Rai Uno – Francesca Chillemi.
Le parole di Can Yaman
Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, Can Yaman ha parlato della nuova serie di Canale 5, Viola come il mare, ma anche della sua carriera. Ed ha confessato: “Sono gli altri che mi ricordano sempre che sono bello, fosse per me, me lo sarai già dimenticato. La bellezza mi aiutato nel mio lavoro? Se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo”.
E ancora: “Bisogna andare oltre il pregiudizio. Ci sono persone più belle di me, ma se l’aspetto non è accompagnato da altre virtù come tenacia, grinta, disciplina e determinazione, non si va lontano. La bellezza da sola non basta, così come il talento. In tanti sognano di recitare, magari anche all’estero, ma non so quanti sono poi realmente disponibili a lasciare tutto: casa, famiglia, affetti e ripartire da zero in un nuovo Paese, parlando una nuova lingua”.
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La carriera dell’attore turco
Oggi Can Yaman parla cinque lingue e prima di iniziare la carriera nel mondo della recitazione aveva intrapreso il percorso del padre, ovvero diventare un avvocato. Bravissimo a scuola – dove ha studiato italiano – l’attore, dunque, non sognava di diventare una stella del piccolo schermo. Ha continuato: “Studiare Giurisprudenza è stata un’idea di mio padre, ma mi ha convinto in cinque minuti. Per lui conoscere le regole significava aprirmi ogni porta, strutturarmi. Quanto ai progetti, si dice che Dio ti ride in faccia quando li hai”.
E ancora: “Quando ho iniziato a lavorare come avvocato ho capito che la pratica è diversa dalla teoria e questo mi ha deluso. Non era il lavoro giusto per il mio carattere: io sono uno che evita i problemi, non uno che li risolve. E mi piace farmi i fatti miei, non quelli degli altri. Tanto meno litigare. Fare l’attore è più da me”.