Elezioni, Conte in segreto punta al Quirinale

Forte dei consensi al Sud e del Pd in crisi, il leader M5S sogna di essere il primo presidente della Repubblica eletto dal popolo

Enrico Letta accusa i leader del centrodestra di volere «stravolgere la Costituzione, anche da soli». Segno che ignora le ambizioni di Giuseppe Conte, perché il suo ex alleato è pronto a spiazzare un’altra volta i vertici del Pd, sedendosi al tavolo delle grandi riforme istituzionali assieme ai probabili vincitori delle elezioni, scrive Libero. L’idea, racconta chi dei Cinque Stelle ne ha parlato con Conte, è maturata durante questa campagna elettorale, dopo i bagni di folla ricevuti in molte piazze del Mezzogiorno.

Il sogno
Il presidente dei Cinquestelle Giuseppe Conte (Ansa)

Laddove Letta e la sinistra del Pd vedono lo stupro della Costituzione, insomma, il Conte con l’ego gonfiato dai sondaggi e da Rocco Casalino vede una grande opportunità. E proprio per questo la sua strada potrebbe incontrarsi non solo con quella del centrodestra, ma anche con quelle di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che già si sono detti pronti a discutere di una simile riforma. In tal caso, l’unico tagliato fuori dai giochi sarebbe il Pd, ammesso che a guidarlo sia sempre Letta, o comunque qualcuno, come lui, pronto a fare le barricate contro l’elezione diretta del capo dello Stato.

Il modello di presidenzialismo è quello francese

Il traguardo
Il numero uno dei Cinquestelle Giuseppe Conte (Ansa)

Il modello cui guarda Conte è quello francese, lo stesso su cui sono orientati Giorgia Meloni e Marcello Pera, l’ex presidente del Senato al quale sarà affidato un ruolo centrale nella riscrittura dell’impianto istituzionale. Il programma elettorale del centrodestra non entra nei dettagli, ma si limita ad indicare, in cima alle riforme da realizzare, la «elezione diretta del presidente della repubblica». Formula che racchiude molte possibili variazioni sul tema. Ma quella che riscuote più consensi, anche perché rivelatasi ben funzionante, è proprio il sistema semipresidenziale voluto da Charles De Gaulle per tirare fuori la Francia dalle paludi della quarta repubblica, che era caratterizzata da un sistema parlamentare e governi deboli, simile al nostro attuale.

Nessuna soluzione muscolare sul modello del presidenzialismo statunitense, insomma, che sarebbe anche inconciliabile con ciò che i grillini hanno predicato sinora. La Costituzione della quinta repubblica francese prevede che il presidente, eletto dal popolo, nomini il primo ministro, presieda il consiglio dei ministri, indirizzi le scelte del governo e abbia il potere di sciogliere l’assemblea nazionale, il ramo più importante del parlamento. Una ricetta che, con qualche cambiamento, il prossimo parlamento italiano proverà a tradurre, in modo che nella legislatura seguente, in teoria destinata ad iniziare nel 2027, si cominci a giocare secondo le nuove regole.

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