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I grandi ex e gli appassionati a Notizie.com: “Federer sarà irraggiungibile”

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Francesco Spagnolo

Da Pietrangeli a Nargiso, da Sanguinetti a Bertolucci, passando per i campioni degli altri sport. Per tutti “Federer ha fatto la storia”.

Il mondo del tennis perde tanto con l’addio di Federer © Ansa

Il ritiro è ormai diventato realtà, ma Roger Federer mancherà a tutti e non solo al tennis. 24 anni di carriera, 20 Slam vinti e un giocatore infinito. La nostra redazione ha deciso di contattare sia tennisti che grandi appassionati per capire chi è stato realmente lo svizzero.“Dispiace a me come a milioni di persone, ma è giusto così. Bisogna avere il coraggio di smettere ed è meglio usc ire come ha fatto Roger. Questo gioco perde poco, ma l’intero mondo del tennis perde tutto. Non c’è nessuno che ha giocato a tennis come Federer, forse solo Sampras”, ha detto ai nostri microfoni un altro che la storia di questo sport l’ha scritta come Nicola Pietrangeli .

Il ricordo di Diego Nargiso

Diego Nargiso – Ansa –

Un altro che lo ha conosciuto molto bene è Diego Nargiso, che ci ha raccontato un aneddoto: “Torneo di Basilea, fine anni 90. Io ero nel tabellone principale, prima però c’erano le qualificazioni e non potevamo usare il campo per allenarci. Abbiamo visto che c’era la sfida tra Olhovskiy e una wild card svizzera di 16 anni. Quindi abbiamo detto: avviciniamoci al campo e avvantaggiamoci, tanto ci mette un attimo a batterlo. Inizia la partita e rimaniamo a bocca aperta. Ma chi è questo? La Svizzera non aveva mai prodotto giocatori di livello, questo ragazzino invece era un’ira di Dio. Faceva un po’ di confusione, sì, ma era un talento fenomenale. Mi sono girato e ho detto al mio manager Sergio Palmieri: questo Federer tra i primi 10 al mondo ci arriva proprio passeggiando. Mi sono tenuto basso, era incredibile vederlo. Io sono cresciuto con i miti McEnroe e Panatta, Becker ed Edberg, amo quel tipo di tennis. Federer rappresenta l’insieme dei miei idoli, ha preso le migliori qualità di tutti e le ha messe nel gioco. Sa fare tutto, in più è una persona straordinaria. Un campione di una semplicità straordinaria, come la sua famiglia. Berrettini ha avuto una grande fortuna a stare lì nel giorno del suo addio. Un po’ la fortuna che ebbi io nell’89 quando a Tolosa giocai in doppio con McEnroe. In quella settimana mi allenai anche con Connors, un vero sogno”.

Bertolucci e Sanguinetti: “Il più forte”

Davide Sanguinetti – Ansa –

Per Paolo Bertolucci, invece, “Il tennis perde sicuramente tanto, ma è capace di autorigenerarsi. Lo abbiamo visto in passato con Nadal, Federer e gli altri che hanno preso il posto dei vari Sampras, Agassi, Borg e succederà anche nei prossimi anni. Sicuramente dispiace perché stiamo parlando di un giocatore elegante e dotato di grande personalità”. Ancora più drastico Davide Sanguinetti. L’ex tennista azzurro ha una stima incondizionata verso Roger Federer. “Il più grande di tutti i tempi. Il più forte, il più elegante, il più tutto. Ho avuto l’onore di giocare con lui, per me è stato il migliore in assoluto. È un’espressione forte, ma con lui si è ritirato il tennis”

Di Livio, Marcolin e Rambaudi: “Irraggiungibile”

Come detto, Federer è stato molto amato anche dagli altri sportivi. “Con il suo l’addio  il tennis perde un campione e un punto di riferimento. E’ stato un campionissimo. Non credo che possa nascere più un tennista con quello stile. Con quella qualità. E’ stato un punto di riferimento per tanti giovani tennisti. Ma è stato e resterà per sempre irraggiungibile”, ha detto ai nostri microfoni Angelo Di Livio, ex ala destra di Juventus, Fiorentina e della Nazionale. Anche Dario Marcolin, campione d’Italia con la Lazio del 2000 e appassionato di tennis è d’accordo. “Roger Federer è stato il tennis. L’esempio della tecnica, della bellezza estetica, della concentrazione, della qualità. Con lui finisce un’epoca. Più di tutti ha incarnato la qualità del campione. Tutti si ricordano il suo rovescio ad una mano, in un momento in cui tutti lo facevano a due mani. Lui era figlio di un tennis vecchio stampo, che ha saputo adattare. Era bello da vedere. Credo si possa parlare di Roger Federer come del tennista più forte di sempre”. Sempre dal mondo del calcio anche il ricordo di Roberto Rambaudi: “Federer è un esempio. Uno dei più grandi giocatori nella storia del tennis. Probabilmente il giocatore con la maggiore classe in assoluto. Resterà per sempre un esempio di professionalità ed impegno. Spero che molti giovani provino a copiarne l’impegno, l’abnegazione e lo spirito con cui è sceso in campo. Ripeto, anche al costo di sembrare banale: stiamo parlando del giocatore con il tasso tecnico più alto nella storia del tennis”.

Sabatini: “Un talento unico”

Chiusura dedicata a Sandro Sabatini, giornalista di Mediaset: ” Federer si è affacciato per 20 anni nel tennis e nello sport mondiale, con una faccia, un fisico, una moglie ed una vita normale: era tutto normale meno che il talento, quello che abbiamo chiaramente visto in campo. Un talento unico, originale. Un uomo in apparenza normale, che aveva questa grande originalità nel tennis, nel dritto, nel rovescio, nel servizio, nella volèe, nel gioco da fondo campo, a rete, sull’erba, sulla terra e sul cemento. È originale in tutto, per questo è un campione trasversale. Anche negli anni di massima competizione tutti hanno fatto il tifo per Federer e Nadal, per Federer e Djokovic, sempre per lui ed un altro, è questa la cosa unica, come se si prendesse una riserva. Ha vinto tantissimo, alle volte perdeva perché troppo bello, non aveva la “brutta” cattiveria di alcuni suoi avversari. Ritiro? È vero che ha 41 anni, che da un anno praticamente non giocava più, ha capito di aver chiuso, ma si ritira con immensa dignità, scegliendo il momento giusto. Si ritira da sportivo che ha spettacolo fino all’ultimo, volendo poteva ancora vivacchiare ma non sarebbe stato più lui e questo sicuramente gli fa onore. Soprattutto si è confrontato con altri campioni che hanno aspettato troppo prima di smettere, lui ha scelto il momento adatto ed ha chiuso veramente alla grande”.

Interviste a cura di Paolo Colantoni, Francesco Spagnolo, Carlo Roscito, Arianna Di Pasquale

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