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Cronaca

Due neonate scambiate nella culla: un milione di risarcimento

Published by
Mauro Simoncelli

L’incredibile vicenda di due donne vittime di uno scambio avvenuto nel 1989 nell’ospedale di Canosa 

Una delle due neonate scambiate in culla dopo 33 anni fa causa alla Regione Puglia e ottiene un maxi risarcimento di circa un milione di euro dal Tribunale civile di Trani. Dieci anni fa aveva scoperto di essere stata scambiata nella culla alla nascita, nell’ospedale di Canosa e ora otterrà il risarcimento assieme alla vera famiglia perché, per 23 anni, gli sono stati impediti i rapporti familiari.

Due neonati scambiati nella culla –

La storia riporta alla memoria ciò che accadde la notte di Capodanno del 1998 a Mazara del Vallo quando due bambine, Caterina e Melissa, nate lo stesso giorno, alla stessa ora, nello stesso ospedale, vengono scambiate in culla. Una storia raccontata dallo sceneggiato televisivo “Sorelle per sempre”

Un incredibile errore

Una disattenzione assurda, un errore incredibile ha portato a uno scambio di due neonati nell’ospedale di Canosa in Puglia e per questo motivo non sono potuti crescere con i veri genitori biologici. E ora il Tribunale civile di Trani potrebbe aver messo la parola fine a questa storia tutta italiana. Una di loro, Caterina, che credeva di aver partorito la bimba chiamata Lorena, e invece era la mamma di Antonella, dovrà essere risarcita per 215mila euro, così come il marito, mentre 81mila euro andranno all’altro figlio, “per non aver potuto vivere compiutamente la relazione parentale“. Ad Antonella, invece, la Regione pagherà circa mezzo milione, perché la madre l’ha abbandonata da piccola e il padre l’ha maltrattata al punto da farla finire in orfanotrofio e poi in adozione.

La locandina dello sceneggiato –

Una vicenda incredibile scoperta grazie ai social

La sentenza arriva a dieci anni dalla scoperta dello scambio in culla di due bambine partorite il 22 giugno 1989 nell’ospedale di Canosa, una scoperta avvenuta per puro caso sui social network. La scoperta della loro vera identità risale al 2012, guardando delle foto su Facebook e notando delle somiglianze tra donne che non avevano alcun legame. I sospetti vengono confermati l’anno successivo con il test del dna che rivela che Antonella è figlia di Caterina e Lorena di Loreta. Da quel giorno parte la battaglia legale delle due donne per far riconoscere l’errore da parte della Magistratura, fino alla sentenza di questi giorni. Ora la Regione Puglia valuterà se fare appello oppure no.

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Mauro Simoncelli