E’ destinata a far discutere la sentenza del giudice nei confronti di un ragazzo di 29 anni accusato di stupro. Ecco tutti i dettagli.
Sta facendo molto discutere la sentenza di un giudice nei confronti di un ragazzo di 29 anni, a processo con l’accusa di stupro. In particolare, come riportato dall’Ansa, l’imputato è stato assolto il giovane.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti “la serata era cominciata con una adesione al rapporto intimo del bacio” e questo, almeno stando alle ragioni del Gup, avrebbe reso molto difficile capire se l’atteggiamento di lei era mutato in “vara ritrosia o diniego esplicito. Ovvero se il ragazzo avesse colto la reazione contraria della giovane. Inoltre, l’insistenza, forse anche colposamente eccessiva, di lui non era mai trasmodata in violenza“.
Da qui la decisione di assolverlo dalle accuse di violenza sessuale e lesioni aggravate nei confronti di una studentessa di Bologna poco più 20enne. Una vicenda che potrebbe non essere finita qui visto che si potrebbe ricorrere in secondo grado.
La ricostruzione di quanto successo l’ha fatta Il Resto del Carlino. In particolare, la vicenda risale al 13 novembre 2018 ed ha portato la giovane ad accusare il 29enne di violenza sessuale. Secondo il racconto della vittima, l’imputato l’aveva prima fatta ubriacare e poi abusata.
Una versione in realtà confermata in parte durante il processo visto che la giovane ha detto di voler perdonare il 29enne. Un passo indietro che ha portato il giudice ad assolvere l’imputato e a spiegare meglio cosa potrebbe essere successo quella sera.
“La giovane era in difficoltà emotiva e non etilica – il ragionamento del giudice – è possibile che fosse confusa per via di una situazione inattesa con pochi mezzi per fronteggiarla, come spesso accade in età molto giovane. Il suo racconto, in una certa misura, potrebbe dovere essere depurato dal portato emotivo e così è possibile pensare che un diniego sussurrato da una giovane che faceva di tutto per sembrare tranquilla, potrebbe non essere stato colto dal 29enne come effettiva barriera a un rapporto sessuale consenziente“.