I dipendenti della Tre Valli di Correggio finiti sotto accusa sostenevano che si trattava di materiale di scarto
Sono dieci gli operai della Agricola Tre Valli di Correggio, nel Reggiano, finiti nel mirino dopo il ‘caso mortadella’ scoppiato alcuni giorni fa. Alcuni lavoratori avevano ricevuto lettere di richiamo per aver prelevato dalla produzione e poi mangiato, a loro dire, alcune fette di scarto di mortadella. Tesi che invece pare scontrarsi con quanto è emerso nelle ore successive: erano intere confezioni di salumi a essere aperte e consumate senza autorizzazione. “L’azienda – spiegano Flai-Cgil e Fai Cisl – ha chiarito fin da subito che le indagini e le procedure disciplinari conseguenti si sono svolte nel pieno rispetto delle leggi e dei contratti“.
Secondo l’Agricola Tre Valli, controlli anche con l’ausilio di videocamere si erano resi necessari “a fronte delle continue segnalazioni di ammanchi di denaro e beni personali dagli armadietti degli spogliatoi di un reparto“. Indagini in cui “sarebbero emersi elementi che proverebbero, da parte di sette dipendenti, azioni tese a sottrarre e portare all’esterno beni di produzione aziendale senza nessuna autorizzazione. Inoltre, è stato segnalato anche il coinvolgimento di altri tre operai che in modo abituale avrebbero consumato negli spogliatoi confezioni di affettati sottratti dalla produzione senza autorizzazione”.
Non solo i salumi ma rubavano anche ai colleghi
Secondo quanto trapela dall’azienda, così come confermato dai sindacati, quest’ultimi “non saranno licenziati ma si procederà applicando la sanzione minima prevista dal contratto nazionale. Più delicata, invece, la posizione dei sette lavoratori che avrebbero impropriamente sottratto beni di produzione: quattro di loro si sono dimessi volontariamente, due hanno ricevuto una contestazione nella giornata di venerdì 16 settembre e nella stessa data a una persona è stata inviata lettera di licenziamento”.
In totale lo stabilimento occupa 630 lavoratori che adesso sono invitati dai sindacati “continuare a lavorare serenamente” dato che “l’azienda considera chiuse le indagini investigative dichiarando che “non ci sono altri lavoratori coinvolti e auspicando che tali eventi non accadano in futuro. È stato ribadito – proseguono i sindacati – che tali episodi non comporteranno in nessun modo eventuali ricadute per il futuro dello stabilimento di Correggio, al contrario si confermano tutti gli impegni assunti d’investimento previsti e le attività svolte nel sito”.