Battisti, da carcere duro a detenuto comune, l’avvocato: “Non c’è nulla di anomalo”

E’ stato declassificato il regime carcerario dell’ex terrorista, ma i famigliari delle vittime insorgono. Il legale dell’ex Pac: “Non capisco il clamore e la rabbia non cambia nulla…”

Il cavillo della discordia. Una modifica che ha mandato su tutte le furie i famigliari delle vittime e FdI. Da alcuni giorni Cesare Battisti, l’ex terrorista, è a tutti gli effetti diventato un detenuto comune. Da un carcere di alta sicurezza, tramite una semplice firma su un documento, si è passati ad un regime carcerario più morbido. Il carcere per l’ex terrorista, arrestato a gennaio del 2019 in Bolivia dalla polizia italiana in collaborazione con l’Interpol, fino ad ora recluso in regime di alta sicurezza, è stato declassificato, praticamente. Un cambiamento che ha sollevato polemiche a non finire, ma l’avvocato dell’ex Pac Davide Steccanella, intercettato da Notizie.com, non ci sta: “Non capisco tutto questo clamore, non capisco perché i partiti, uno in particolare, e i famigliari delle vittime si dovrebbero infastidire da questa scelta del Dap. Non cambia nulla, niente”

L'arresto
L’arresto di Cesare Battisti all’arrivo a Fiumicino (Ansa)

Le parole del legale di Battisti sono chiare, ma alle vittime questo provvedimento, che sia semplice o complesso, è stato come ricevere un pugno nello stomaco, considerato che dell’amministrazione penitenziaria gli è stato notificato nel carcere di Ferrara, dove si trova da giugno 2021. Ma adesso potrebbe essere presto trasferito a Parma. Era stato lo stesso Battisti a sollecitare il provvedimento con diverse istanze ribadendo ai magistrati la volontà “di scontare la pena positivamente e costruttivamente.

“La sua pena la sconterà come prima. In un altro carcere o in altro modo? Ma perché lo decidono i famigliari delle vittime?”

L'ex terrorista
Il trasferimento di Cesare Battisti nel carcere di Ferrara (Ansa)

Da sottolineare che nel carcere ferrarese viveva in regime di semi-isolamento, coltivando l’orto da solo e seguendo un corso di scrittura creativa. Spiega il suo punto di vista l’avvocato Steccanella a Notizie.com: “La verità è che quella di prima era una decisione sbagliata, ovvero di avere un regime carcerario di alta sicurezza, anche perché, l’ultimo reato commesso da Cesare Battisti risale al 1979, quindi, non c’è nessun pericolo di un ritorno al terrorismo e declassificare il suo regime carcerario è la scelta corretta che nulla cambia rispetto alla pena che deve scontare e che non costituisce nessuna offesa alle vittime“.

E’ una decisione interna al Dap – aggiunge il legale Steccanellae che non va strumentalizzata politicamente, ma invece vedo che è stato sollevato non so se ad arte tutto questo clamore. E’ stata una scelta interna, tra l’altro giusta e condivisibile, c’è un pericolo di ricostituire il terrorismo in Italia? No, quindi che senso aveva continuare con quel tipo di regime carcerario. Alle vittime non sta bene un possibile trasferimento a Parma? Perché lo decidono loro il regime e il tipo di cella o di carcere che deve avere Battisti? Per favore, non scherziamo, il detenuto sconterà la sua pena prevista, non è cambiato nulla, se non un modo di proseguire la sua vita carceraria in un altro modo“. Ed è proprio questo che non va giù ai famigliari delle vittime.

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