Proteste e manifestazioni in Iran, il gesto del professore nei confronti di una studentessa iraniana sta facendo molto discutere oltre che a scatenare una marea di polemiche
Nel corso di questi giorni, in Iran, si stanno effettuando delle manifestazioni per la lotta delle donne. Tanto è vero che, proprio nelle ultime ore, vi abbiamo raccontato della morte di una ventenne Hadis Najafi. Quest’ultima, infatti, è stata freddata con alcuni colpi di pistola da parte delle forze dell’ordine mentre protestava nella città di Karaj. Il video in cui si lega i capelli, poco prima di essere ammazzata, è diventato virale nel mondo del web.
Nel frattempo, però, nel nostro paese si è verificato un altro episodio che ha visto come vittima proprio una studentessa iraniana che frequenta un liceo. Ci troviamo a Roma, ma questa volta il protagonista in negativo è il suo professore che ha compiuto un gesto che ha scatenato moltissime polemiche. A raccontarlo ci ha pensato l’edizione romana del quotidiano ‘Repubblica‘. Il dibattito riguardava Mahsa Amini.
Dopo aver raccontato della vicenda il docente si è avvicinato ad una studentessa. Quest’ultima aveva delle forbici sul banco e le ha detto: “Proprio tu, che hai origini iraniane, non ti sembrerebbe giusto sostenere la lotta delle donne nel tuo Paese? Non ti taglieresti una ciocca di capelli per testimoniarlo?». Successivamente si è verificato il taglio del ciuffo non ha lasciato tutti senza parole. Motivo? Una parte della classe è scoppiata a ridere, mentre la vittima completamente impietrita.
Ovviamente la ragazza ha raccontato tutto ai genitori che si sono recati a scuola per denunciare l’accaduto. Per il professore è scattato immediatamente un provvedimento disciplinare. Ancora più dura la ‘Rete degli Studenti Medi‘ che ha parlato di un episodio di “violenza” con una nota pubblicata sui proprio account ufficiali social. Non è rimasta in silenzio neanche Eleonora Mattia, appartenente alla Commissione parti opportunità Regione Lazio che ha duramente criticato questo gesto: “Rifiutiamo ogni strumentalizzazione di minori, nel pieno rispetto della loro integrità fisica e della libertà di azione. Si tratta di una umiliazione inaccettabile“.