Regno Unito, caso Molly Russell: arriva la sentenza storica

Nel Regno Unito sembra essere arrivato ad una svolta il caso sulla morte di Molly Russell. E la sentenza è sentenza storica.

Nel Regno Unito è arrivata una sentenza storica: per la prima volta i contenuti dei social sono stati ritenuti responsabili di un suicidio di una ragazza. E tutto questo è stato possibile grazie alla lunga battaglia legale intrapresa dai genitori, che sin da quel tragico 2017 hanno chiesto giustizia per la figlia 14enne.

Polizia
La sentenza che arriva dagli Stati Uniti è storica © Ansa

Come ricordato da La Repubblica, il caso è quello di Molly Russell, una ragazza di soli 14 anni che nel 2017 si è tolta la vita dopo ave letto una marea di post e messaggi sui social network di carattere autolesionista, suicida e legati alla depressione.

Post che, per il giudice, non dovevano essere a disposizione della giovane e da qui la decisione di considerare i social responsabili del suicidio della giovane. A portare a questa sentenza anche il parare di un coroner inglese, una sorta di medico legale, che ha dichiarato come causa di morte gli effetti negativi dei contenuti online.

La lunga battaglia dei genitori e il commento del principe William

William
Anche il presidente William è intervenuto su questa vicenda © Ansa

La sentenza storica è arrivata grazie anche alla lunga battaglia dei genitori, che hanno sfidato senza paura i rappresentanti di Meta in tribunale ed alla fine il riconoscimento e la giustizia per la figlia è arrivata. “Spero che quanto accaduto – ha detto il padre di Molly citato da La Repubblicafaccia sì che i social network la smettano di fare profitti sulle difficoltà delle persone, specialmente se minorenni. E’ tempo che la cultura tossica di questa multinazionale cambi“.

Il caso Molly in questi anni ha fatto molto discutere nel Regno Unito e la decisione del giudice è destina a chiudere una vicenda che è arrivata fino a Buckingham Palace. Subito dopo la sentenza, infatti, anche il principe William è intervenuto sulla vicenda lanciando un pesante monito: “Serve più sicurezza. Nessun genitore dovrebbe subire quanto capitato alla coraggiosa famiglia Russell. La sicurezza online per i nostri figli deve essere un prerequisito e non una riflessione di secondo piano“.

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