“Con Giorgia Meloni ha vinto l’umanesimo cristiano”

Il vescovo di Sanremo, monsignor Suetta, analizza la svolta politica del Paese: “Il successo di Fdi non è un voto di protesta ma un risveglio di civiltà”

Per gentile concessione di Charta Minuta– la fondazione di Fare Futuro lanciata 25 anni fa da Adolfo Urso– il quotidiano Libero pubblica stralci dell’intervista realizzata dal direttore Mauro Mazza a Monsignor Antonio Suetta Vescovo di Ventimiglia-Sanremo Il vescovo Suetta, è noto per la poderosa azione pastorale nella sua diocesi e per il suo parlar chiaro. Non ha esitato a criticare duramente talune esibizioni e ostentazioni di pessimo gusto e, spesso, al limite della blasfemia. Cosa è lecito attendersi? “Innanzitutto un governo stabile, che possa guidare il Paese nelle complicate e pericolose situazioni critiche di questo tempo. (…) Il nuovo assetto politico ha poi la grande e grave responsabilità di attuare il Pnrr favorendo lo sviluppo, la giustizia, la pace sociale, l’ammodernamento dello Stato quanto a infrastrutture e rilancio dell’industria, l’occupazione e riformando la macchina della burocrazia e dell’amministrazione della giustizia quali presupposti indispensabili per quanto ho appena richiamato“.

La presidente
La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (Ansa)

Dal punto di vista di un Vescovo, come valuta la figura politica e le scelte (quelle annunciate e quelle compiute finora) di Giorgia Meloni? E come spiega un Pastore la grande affermazione del partito Fratelli d’Italia? “Sono soddisfatto che il voto popolare abbia fatto emergere una sensibilità caratterizzante il nostro popolo e la nostra storia, segnati da una tradizione di umanesimo cristiano e dunque incompatibile con le esasperazioni espresse dalla cultura di sinistra. Essa ha sempre più disertato le vere questioni e necessità della gente per promuovere, anche con una certa violenza politica e propagandistica, pericolosissime ideologie, che, pur nascondendosi elegantemente dietro la difesa di presunti diritti umani, in realtà risultano profondamente disumane e foriere di forte negatività e cattivi frutti per il futuro della società”.

“Tante formazioni di sinistra sono inficiate dal cosiddetto politicamente corretto”

Il Vescovo
Monsignor Suetta, Vescovo di Ventimiglia-Sanremo durante un funerale (Ansa)

Le diverse formazioni della sinistra – ha spiegato il Vescovo Suettaanche le più moderate e magari, a loro dire, vicine al mondo cattolico, sono pericolosamente inficiate da quella dittatura del relativismo etico, di cui parla Benedetto XVI, che oggi dilaga attraverso il cosiddetto “politicamente corretto” e che costituisce purtroppo il criterio prevalente, talvolta esclusivo, delle grandi istituzioni di riferimento come il parlamento europeo. Per questa ragione interpreto il successo del partito Fratelli d’Italia e della sua coalizione politica non principalmente come l’esito di un voto di protesta o della logica dell’alternanza, ma piuttosto come un risveglio – lo spero davvero – di autentica civiltà politica, capace di riscoprire e rivitalizzare la formidabile tradizione del nostro popolo e di promuovere, specialmente nella famiglia e nella scuola, una sempre più necessaria capacità discrezionale circa i valori autentici su cui fondare la vita dell’uomo e la società”.

A volte si ha l’impressione che da parte cattolica – pastori, media, movimenti – non vi sia sempre equità di giudizio. Sembra che nei confronti della destra (non solo quella italiana) non vi sia un atteggiamento sereno, nonostante posizioni in sintonia con il Magistero e con il diritto naturale. Per dirla tutta, è come se si guardasse con più benevolenza alle forze decisamente laiciste. “È vero, purtroppo questa è l’impressione e- credo- talvolta la verità. Ritengo che dipenda principalmente da due fattori: una sostanziale mancanza di conoscenza e formazione circa la dottrina cristiana e la storia, soprattutto nella ricerca delle premesse filosofiche e ideologiche che ne determinano il corso; anche una sorta di “timidezza” di fronte alla pervasività di modelli assolutamente antitetici alla visione cristiana fa propendere per una via di malinteso dialogo e di ammiccante tolleranza, che, alla fine, produce pericolose contaminazioni nello sforzo abbastanza inutile di restare sulla scena. In effetti i risultati di una siffatta strategia mostrano sempre quanto sia vera l’affermazione evangelica che “se il sale perde il suo sapore a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente” (cfr. Mt 5, 13). Credo che la tradizione cattolica debba ritrovare e mostrare la propria originalità, luminosa e sempre attuale, superando una sorta di complesso di inferiorità rispetto alle pretese della narrazione pervasiva della sinistra di possedere l’esclusiva della cultura, del progresso e dell’etica“.

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