‘Andrà tutto bene?’, non proprio: il gas preoccupa (e non poco) l’Italia

Che il nostro paese stia vivendo una crisi energetica come questa non è assolutamente un mistero: la questione del gas (e non solo) preoccupa non poco l’Italia

Italiani in crisi: il gas preoccupa
La questione gas preoccupa non poco l’Italia (Ansa Foto)

In questi giorni, nel nostro paese, non si sta parlando d’altro se non dell’aumento vertiginoso delle bollette. Vorremmo tanto discutere di altro (magari argomenti belli), ma in questo periodo ci risulta davvero difficile visto che la realtà dei fatti è questa. Se pensate, però, che il problema della crisi energetica sia dovuta solo ora vi sbagliate di grosso. Bisogna tornare indietro di qualche mese ed ancor prima dell’inizio del conflitto in Ucraina. Precisamente all’inizio di ottobre dello scorso anno.

Non si era parlato del drastico aumento del prezzo unico nazionale dell’energia: basti pensare che solamente in quel mese si passò da 5 a 25 in un colpo solo. Ad accorgersene l’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, che ci era accorto sin da subito che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Subito dopo lo scoppio della guerra nel paese europeo orientale (24 febbraio 2022) l’Europa aveva promesso un limite al tetto del prezzo del gas. Non si è mai realizzato tutto ciò, anche se ne continua a parlare.

Il nostro paese ha bisogno di 32 miliardi di metri cubi e non di 29. Magari anche quanto prima. La soluzione in tutto questo? Magari quello di sostituire l’acqua con energia elettrica e si potrebbero avere meno problemi e pensieri. Fotovoltaico? Non è la soluzione sperata. Basti pensare che l’Enel, nei primi sei mesi, ha prodotto 34 gigawatt dal solare, contro i 5.705 dall’idro, i 2.716 del geotermico e gli 8.282 del carbone.

Sempre meno gas (e ne abbiamo meno di quanto ci serva)

Italiani in crisi: il gas preoccupa
La questione gas preoccupa non poco l’Italia (Ansa Foto)

Il gas serve inevitabilmente per fare energia elettrica. Prendere esempio la Francia che ha la metà delle centrali atomiche in manutenzione: quasi impossibile che possa cedere a noi quello che serve a lei. Nei giorni scorsi l’Eni non ha ricevuto neanche una molecola del gas. Il tubo del ‘Nord Stream‘ che doveva andare in Germania era chiuso. Stesso discorso anche per il nostro paese che si è visto chiudere le porte in faccia sabato pomeriggio da Gazprom.

Manca il gas, questo non è assolutamente un mistero. La preoccupazione (ed il problema principale) è che nei prossimi mesi ce ne sia a sufficienza per tutti. Abbiamo meno gas di quanto ci serva. Nel frattempo se ne continua a parlare (ci mancherebbe altro), ma la preoccupazione cresce di ora in ora e di giorno in giorno. Aspettando novità (positive)…

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