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“Martin Luther King, I have a dream”, lo scrittore Paolo Borgognone presenta il libro

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Arianna Di Pasquale

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per “Notizie.com” lo scrittore Paolo Borgognone autore del libro Martin Luther King edito da Diarkos

Finalmente da domani in tutta Italia vi sarà la possibilità di acquistare il tuo nuovo libro edito da Diarkos. Ti va di parlarcene?
Purtroppo la cronaca di ogni giorno, in tante parti del mondo, ci riporta quotidianamente storie di razzismo, mancata integrazione, violenza, guerra addirittura . Per questo era secondo me importante approfondire la storia di quest’uomo coraggioso e dagli ideali forti. Anche se Martin Luther King Jr è stato ucciso oltre 50 anni fa, i messaggi che ha lasciato sono importanti tutt’oggi“.

Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo?
Ci sono voluti soprattutto parecchi mesi di studio. Ho approfondito (e quando possibile ascoltato) i suoi discorsi e letto non soltanto la autobiografia che ci ha lasciato ma anche i sermoni che sono stati raccolti dopo la sua scomparsa. E ho cercato di far luce anche sulla morte violenta di Martin Luther King JR attraverso I documenti originali della commissione di inchiesta parlamentare sul suo omicidio“.

Paolo Borgognone scrittore del libro “Martin Luther King, I Have a Dream”

Cosa hai provato nel dover raccontare in chiave nuova questo personaggio pubblico?
Oltre alla attualità del messaggio, quello che colpisce secondo me è la forza espressiva che King aveva e la tecnica oratoria sopraffina“.

Ancora oggi purtroppo c’è gente che preferisce i reality ai libri, quale il tuo pensiero a riguardo?
Sarebbe meglio non lo esprimessi! Il risultato del rifiuto della cultura e della storia è sotto gli occhi di tutti nella società contemporanea“.

Quale a tuo avviso la parola chiave che può riassumere la tua ultima pubblicazione?
Credo che se dovessimo riassumere tutto in una sola parola questa sarebbe “rispetto”. Per tutti, gli altri, i diversi, ma anche per chi semplicemente ha ideali differenti e si batte per i propri diritti e per avere il proprio spazio nella società“.

Se tu avessi potuto cenare con il protagonista del tuo libro cosa gli avresti chiesto?
Le curiosità sarebbero infinite. Mi sarebbe piaciuto esplorare più a fondo i suoi rapporti (non sempre facili) con personalità come il presidente John Fitzgerald Kennedy o Muhammad Ali, una specifica spesso non riportata abbastanza in evidenza nelle sue biografie“.

“Martin Luther King, I Have a Dream” di Paolo Borgognone

Ritieni che attualmente la scuola sia in grado di far comprendere a pieno la figura di colui che ha segnato un pezzo di storia mondiale?
Non sono sicuro che si studi abbastanza lo sviluppo storico degli ultimi 50, 60 anni. Questo è grave perché è attraverso questo approfondimento che si comprendono poi le dinamiche contemporanee“.

Quali i tuoi progetti futuri?
Scrivere! Con L’approssimarsi dell’età della pensione mi pare un bellissimo impegno“.

Trama del libro – Poche personalità hanno avuto altrettanta influenza sulla storia moderna del giovane reverendo Martin Luther King Jr. Una figura epocale, centrale nella battaglia per i diritti civili negli Stati Uniti, riconosciuto come un faro da generazioni di persone che ne hanno seguito gli insegnamenti, ieri come oggi. Con il suo esempio e il suo sacrificio, la lotta contro le discriminazioni e i soprusi è stata elevata a ragione di vita, ma condotta sempre con l’inarrestabile arma della non violenza.

Salito agli onori della cronaca a soli 26 anni nel 1955, quando a Montgomery, Alabama, guidò la resistenza e lo sciopero dell’intera comunità afroamericana contro la politica di apartheid della locale amministrazione – fatta conoscere a tutto il mondo dal rifiuto della sarta Rosa Parks di lasciare il proprio posto sul bus a un uomo bianco –, King ha attraversato oltre un decennio di turbolenta vita americana. Il combattivo ministro battista riuscì a elevarsi a simbolo della voglia di riscatto della sua comunità (e di tutti gli ultimi, dai nativi ai poveri dei quartieri dimenticati delle metropoli) ma anche del rifiuto della guerra (il Vietnam era in piena escalation) fino a guidare, il 28 agosto 1963, la celebre marcia a Washington, nel corso della quale pronunciò, in un discorso di 17 minuti, le parole che lo hanno reso immortale: «I have a dream».

Parole che ancora oggi – nell’America delle tensioni razziali e del Black Lives Matter, ma anche nel resto del mondo dove guerre e speculazioni continuano a costringere a emigrazioni di massa e creano fenomeni di “rifiuto” e muri che si alzano – pongono il premio Nobel per la pace nel 1964, arrestato 29 volte e oggetto delle “attenzioni” dell’Fbi per tutta la durata del suo impegno, al centro della storia.

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Arianna Di Pasquale