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Cronaca

Mostro di Firenze, che fine ha fatto il materiale? Lanciato allarme

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Cristiano

Mostro di Firenze, lanciato l’allarme nelle ultime ore: non si hanno più notizie del materiale che è completamente sparito dalla Procura

Mostro di Firenze (Ansa Foto)

Che fine hanno fatto tutti i contenuti che riguardavano il “Mostro di Firenze“? I sopralluoghi sulla scena del crime dei duplici omicidi, le perizie sulle lettere di minacce ai magistrati, un nastro dove può essere riprodotta la telefonata anonima, centinaia di fotografie, testimonianze contenute in verbali, dossier sui proiettili, videocassette e molto altro ancora, che fine hanno fatto?

Già, se lo stanno chiedendo anche dalla Procura visto che, a quanto pare, tutto questo materiale elencato in precedenza sarebbe sparito. Sembrerebbe uno scherzo (anche di cattivo gusto visto che comunque stiamo parlando di una vicenda storia che ha macchiato di sangue il nostro paese), ma non lo è. Materiale che, agli avvocati dei familiari delle vittime, viene negato. L’avvocato Antonio Mazzeo, però, non si dà assolutamente pace e come ha dichiarato stesso lui è pronto a far partire un esposto al ministero della Giustizia.

Mostro di Firenze, “sparito” il materiale

Arresto Mario Vanni (Ansa Foto)

Successivamente sarà il turno della richiesta di revisione delle sentenze di condanna. Il legale Valter Biscotti ha affermato di aver avuto l’incarico di “procedere dal nipote di Mario Vanni” (qui sopra in foto mentre viene arrestato dai carabinieri). Per chi non se lo ricordasse stiamo parlando di uno degli imputati e diventato celebre per la sua frase “compagni di merende” durante i processi per i 14 morti tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli ’80.

Il materiale che manca, quello che i magistrati non hanno fornito, si articola in undici punti. Nello stesso ci sono approfondimenti si indagine e di persone sospettate. Oltre che al fascicolo integrale della testimonianza da parte di una autostoppista. Quest’ultima si stava dirigendo verso Borgo San Lorenzo. Successivamente affermò che la persone che le aveva dato il passaggio anticipò la notizia di una lettera che conteneva reperti organici del cadavere di Nadine Mauriot inviata al magistrato Silvia Della Monica. Anche se la domanda è lecita: come poteva sapere, quell’autostoppista di quella vicenda se nessun giornale fino a quel momento ne aveva parlato? Quali erano i suoi legami. Chi lo sa…

 

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