Fukishima: la storia del sub Yasuo che da 11 anni cerca la moglie dispersa

Yasuo Takamatsu, dopo aver passato al setaccio la foresta e le montagne vicine, si tuffa in mare una volta alla settimana per ritrovare il corpo della moglie

L’uomo di 64 anni, ad 11 anni dal disastroso tsunami che seguì il terremoto devastante che distrusse la zona di Fukushima, non smette di cercare la moglie dispersa. A distanza di così tanto tempo non si è mai arreso e, dopo averla cercata ovunque sulla terraferma, ha preso anche il brevetto da sub per continuare a cercarla in fondo al mare.

Yasuo Takamatsu da 11 anni cerca la moglie dispersa dopo lo tsunami –

L’11 marzo 2011, uno dei più potenti terremoti mai registrati, ha provocato un enorme tsunami, uccidendo più di 18.000 persone e provocando disastri catastrofici nella centrale nucleare di Fukushima. Decine di migliaia di persone non hanno più fatto ritorno nelle loro case e molti stanno ancora lottando per la ricostruzione.

Un terremoto devastante

Il terremoto del Tōhoku del 2011 si verificò l’11 marzo al largo della costa della regione di Tōhoku, nel Giappone settentrionale, alle ore 14:46 locali, alla profondità di 30 chilometri. Il sisma di magnitudo 9,0, con epicentro in mare, provocò il più potente tsunami mai misurato in Giappone e il quarto a livello mondiale, con onde alte fino a 19 metri che si abbatterono sulla terraferma distruggendola per chilometri. Per la popolazione delle zone colpite a distanza di anni la vita non è tornata alla normalità, in tanti vivono situazioni psicologicamente molto delicate. Un uomo ha ricostruito la fabbrica di famiglia di produzione di soia, ma ha perso i clienti. Un agricoltore ha rifiutato di lasciare le sue terre anche se le case dei vicini restano vuote. Una giovane donna torna nei luoghi che l’hanno vista bambina e un uomo ha addirittura preso il brevetto da sub perché da 11 anni non smette di cercare il corpo disperso della moglie e ora ha cominciato a cercarlo direttamente in mare.

La preghiera che ogni anno ricorda i morti del terremoto di Fukushima – Ansa foto

“Continuo a cercarla perché so che vuole tornare a casa”

Yasuo Takamatsu, 64 anni originario di Onagawa, ha perso sua moglie Yuko quando lo tsunami ha colpito quella zona del Giappone, nella prefettura di Miyagi. Da allora non ha mai smesso di cercarla. Nei primi due anni dopo il disastro l’ha cercata sulla terraferma, partendo dalla banca dove lavorava, esplorando tutto il territorio circostante o quello che rimaneva, la costa, le montagne vicine e la foresta. Non si è mai arreso, soprattutto dopo che fu ritrovato il cellulare della consorte nel parcheggio del posto di lavoro, ha abbandonato il suo lavoro è ha deciso che deve portare avanti la sua missione: riportare sua moglie Yuko a casa che “è quello che lei vorrebbe fare”. Per continuare le ricerche ha deciso di affidarsi a un istruttore e prendere il brevetto da sub per continuare in mare le ricerche, con il desiderio di portare a compimento la sua missione “finché il mio corpo riuscirà a muoversi” ha raccontato l’uomo senza minimamente porsi il problema della vastità dell’oceano che rende praticamente impossibile i suoi tentativi. Tutte le mattine, così da 11 anni, Yasuo e il suo istruttore si calano in mare alla ricerca dell’impossibile, aggiornando tra l’altro mappe e registri dei fondali che sono stati battuti dai due anche più volte perché le correnti spostano di continuo i detriti. Nello tsunami del 2011 sono morte 20mila persone, quasi mezzo milione sono rimaste senza una casa e 2500 persone risultano ancora disperse e una di queste è Yuko, ma suo marito Yasuo continua a cercarla.

 

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