Dalla Cassazione è arrivata una sentenza storica sui figli ‘bamboccioni’ e il reddito di cittadinanza. Ecco i dettagli della decisione.
Il reddito di cittadinanza è una misura che continua a far discutere e, come confermato anche da tutti i partiti, deve essere assolutamente migliorata. E delle indicazioni importanti su cosa cambiare sono arrivate nelle scorse ore da parte della Cassazione con una sentenza che possiamo definire quasi storica.
I giudici della Corte Suprema si sono pronunciati sul ricorso presentato dal padre che a distanza di 7 anni dalla separazione, continuava a mantenere la figlia quasi 30enne, con un figlio ma che continuava a vivere a casa della madre.
E alla fine la sentenza ha dato ragione all’uomo, che da ora in poi non dovrà più mantenere la figlia anche perché il governo ha messo delle misure che possono consentire alla donna di sopravvivere come lo stesso reddito di cittadinanza.
La sentenza è un precedente
La sentenza della Cassazione rappresenta un vero e proprio precedente e soprattutto dà delle indicazioni molto chiare sulla funzione del reddito di cittadinanza. La misura serve proprio ad aiutare a sopravvivere e ad offrire possibilità di lavoro alle persone in difficoltà e, di conseguenza, è un beneficio fondamentale e soprattutto necessario anche per i figli cosiddetti bamboccioni.
Nella sentenza, come riportato da Il Messaggero, è precisato che “il figlio di genitori divorziati che abbia ampiamente superato la maggiore età, e non abbia reperito una occupazione lavorativa stabile o che, comunque, lo remuneri in misura tale da renderlo economicamente autosufficiente, non può soddisfare l’esigenza a una vita dignitosa, alla cui realizzazione ogni giovane adulto deve aspirare, mediante l’attuazione mera dell’obbligo di mantenimento del genitore, quasi che questo sia destinato ad andare avanti per sempre“.
Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane e se davvero questa decisione rappresenta un vero e propri precedente in altre vicende che sono molto simili a questa.