Numeri che preoccupano e non poco quelli che riguardano quelli degli operai che perdono la vita nel posto di lavoro. In particolar modo gli operai che muoiono sui cantieri in lavorazione. Fino a questo momento del 2022 i dati aumentano vistosamente
Non sono per nulla numeri tranquilli quelli che arrivano per quanto riguardano i morti sul lavoro, ovvero le cosiddette “morti bianche“. Persone che rischiano ed a volte perdono la vita. Dovrebbero rimanere fermi a zero perché è inaccettabile che un lavoratore corra il pericolo di non poter tornare a casa e riabbracciare la propria famiglia dopo essere stato una intera giornata fuori.
Nel 2022 i numeri, purtroppo, aumentano sempre di più. Ed ancora deve finire questo anno. Basti pensare che nei primi otto mesi (esclusi quindi settembre e ottobre) ci sono stati 677 vittime. Una media impressionante: quasi 3 al giorno. Rispetto al 2021 si registra un calo del 12,3%, quando le vittime furono 772.
Ad annunciare questi dati ci ha pensato direttamente l’Inail. Numeri che, di conseguenza, sono stati pubblicati dall’Anmil a Fiume Veneto (Pordenone), in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. In totale, gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto sono 484.561 (ovvero 2.019 al giorno), con un aumento del 38,7%. Numeri ben diversi rispetto ai primi otto mesi del 2021 (349.449). Le malattie professionali sono state 39.367 (+7,9%).
Nel frattempo sono arrivate anche le parole da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in merito a questa vicenda: “I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici. Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona“.