Il+Campione+del+mondo+di+Subbuteo%3A+%26%238220%3BUna+passione+nata+grazie+a+pap%C3%A0%26%238221%3B
notiziecom
/2022/10/11/il-campione-del-mondo-di-subbuteo-una-passione-nata-grazie-a-papa/amp/
Sport

Il Campione del mondo di Subbuteo: “Una passione nata grazie a papà”

Published by
Paolo Colantoni

Undici anni e tanta voglia di sognare: “Gioco un’ora al giorno con papà. Le consolle? Solo mezz’ora a settimana”

Nell’era della Playstation, dei giochi interattivi e delle app scaricabili su telefono e pc, trovare un bambino di undici anni che si appassiona davanti ad un Subbuteo, sembra quasi anacronistico. Vederlo primeggiare in un campionato del mondo è ancora più emozionante. Il gioco simbolo dei ragazzi nati negli settanta e ottanta, forse il più vicino al calcio vero e proprio, sta tornando prepotentemente di moda. Tanto da portare le nuove generazioni ad affacciarsi ai colpi a punta di dito.

Edoardo Landi, undici anni, nato e cresciuto a Cento, nel ferrarese, si è laureato nei giorni scorsi campione del Mondo di Calcio da Tavolo, categoria Under 12. In finale ha sconfitto lo spagnolo Martin Rosa, con un secco 3-0. Una vittoria arrivata grazie ad un gioco “all’italiana”. “Ho fatto più melina che tiki taka – ha ammesso -. Il gol del 2-0 l’ho segnato con una schicchera potente, al volo. Eravamo alla fine del primo tempo. In quel momento ho iniziato a crederci. Nel secondo ho infilato la terza rete quasi subito, poi ammetto che ho pensato solo a difendermi, continui passaggi laterali”.

Giocare a Subbuteo era e resta ancora oggi una grande emozione per tutti gli amanti del calcio. Un panno verde da curare per evitare pieghe, due porte, le transenne a recintare il terreno di gioco e per i più attenti ai particolari, anche spalti, tribune e tifosi in miniatura. Le regole semplici, ma efficaci: massimo tre tocchi a pedina fino a che si resta in possesso della sfera, i difensori possono fare un tocco (senza toccare il pallone) ogni volta che l’attaccante fa una mossa e i tiri sono permessi una volta che il pallone supera l’area di tiro. Poi spazio alla magia.

“La passione me l’ha trasmessa mio padre – ha detto Edoardo – e giochiamo insieme da quando ho cinque anni. Ci alleniamo un’oretta al giorno. La consolle? Qualche volta mi ci metto anche io, ma al massimo una mezzoretta a settimana. E solo per distrarmi”, ha detto al Corriere della Sera. Il piccolo campione del Mondo italiano si è dichiarato emozionato “per aver ascoltato l’inno di Mameli sul podio. Quest’anno avevo fatto solo due tornei, ma uno è stato il campionato italiano, valido come selezione alla Coppa del Mondo e dove sono arrivato secondo. Alla gara di domenica non ero certo tra i favoriti“. Edoardo ha però sconfitto tutti: prima le tre gare di qualificazione ” dove ho battuto un portoghese, un greco e l’italiano Davide Delben con cui avevo perso la finale dello scudetto under 12″. Poi quarti, semifinale e finale contro il favoritissimo spagnolo Marti Rosa. Regolato come sappiamo fare meglio noi italiani: difesa e contropiede: sì, lui sul 2-0 ha preso un palo. Ma io ero sicuro di farcela”.

 

Published by
Paolo Colantoni