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Curiosità

L’America, lo scrittore Giordano Ciompi presenta il suo ultimo lavoro

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Arianna Di Pasquale

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per “Notizie.com” lo scrittore Giordano Ciompi.

Parlaci di te come persona. Dove vivi, che cosa fai, che cosa ami, le tue passioni. E, soprattutto, puoi sverlarci se desideravi fare lo scrittore sin da bambino?
Ho 38 anni. Sono di famiglia toscana, e li, tra le colline pisane, sono cresciuto. Però da più di 10 anni vivo ormai stabilmente in Liguria. Abito a Sanremo. Città della musica e dei fiori. Città ligure, quindi incastonata tra mare e monti, ma con un’identità tutta sua, città dinamica e “frizzante” dalla grande vocazione turistica, legata indissolubilmente alla vicinissima Costa Azzurra, e palcoscenico di grandi eventi culturali e sportivi durante tutto l’anno. Qui ha sede un famosissimo Casinò, nel quale lavoro come croupier ai tavoli da gioco. Amo fare questo lavoro, davvero particolare e affascinante, ma ho altre due grandi passioni, il ciclismo e la lettura. Il ciclismo è stato il mio lavoro in passato, la lettura, e l’interesse per tutto ciò che è storia, arte, o informazione, mi ha portato a scrivere questo romanzo, ma ancora non so se diventerà un vero e proprio lavoro in futuro“.

Quali sono le fonti di ispirazione di cui ti servi, in generale, quando scrivi? Parti da esperienze reali, autobiografiche o dalla tua immaginazione? In altre parole, quali sono per te le influenze reciproche fra letteratura e vita?
Credo prima di tutto che sia importante avere dei sogni. Io sono un sognatore. Lo sono sempre stato. Un sogno è come benzina per una macchina, combustibile per viaggiare e affrontare al meglio i percorsi che la vita ti offre. I sogni vengono alimentati da ciò che ci circonda, ciò che vediamo. Per me il cinema e i libri sono stati fondamentali. Ho desiderato possedere anche io la capacità di trasmettere e condividere sentimenti attraverso immagini e racconti. In particolare, in questo romanzo “l’America” racconto gli Stati Uniti, nazione che ho avuto la fortuna di poter conoscere a fondo, dal sole della California fino alle sfavillanti luci di New York. Esperienze di vita reale quindi, ma anche la voglia di condividere emozioni e sogni“.

Pensi che la scrittura possa avere delle proprietà terapeutiche?
Si, lo dice la storia. La maggior parte dei romanzi scritti, sono serviti per evadere sentimenti troppo grandi per essere tenuti nascosti dentro il cuore. Il mio romanzo non fa eccezione. Scrivere è liberatorio. Poter mettere nero su bianco delle emozioni e dei pensieri, aiuta a sentirsi più leggeri. Ultimamente abbiamo vissuto l’esperienza della quarantena durante l’emergenza covid. In questo periodo tantissime persone che non ne avevano mai avuto il tempo prima, hanno sperimentato la scrittura e trovato rifugio e conforto in questo“.

Quando hai sentito l’esigenza di scrivere questo tuo bel libro? Quanto tempo ci hai impiegato per realizzarlo?
Ho capito di aver completato un percorso di cambiamento dentro di me. So di aver avuto una forma di depressione profonda, di essermi sentito perduto. Ma ne sono uscito più forte. Una volta ritrovata la pace, ho voluto condividere questa esperienza, questo percorso, raccontando le scelte e i passaggi che mi hanno portato a reagire e a darmi la forza di fare i conti con il passato, presente, e futuro, nella speranza che questo possa ispirare chi si senta in difficoltà. Alcune persone mi hanno scritto ringraziandomi perché ho dato loro lo spunto per riprendere in mano la loro vita e ricominciare a sognare. Questo è stato il premio più bello per me. Vale più di ogni altra cosa. È bellissimo riuscire a dare qualcosa agli altri. Questo romanzo lo avevo nel cuore. Quando mi sono messo a scriverlo, è uscito naturale, semplice, pulito. Si trattava solo di trascrivere una cosa ben chiara e precisa. In 3 mesi, era pronto“.

Chi o che cosa ti ha offerto lo spunto per questo tuo importante progetto editoriale?
Da bambino, tra i vicoli e i bar dei paesini di campagna di quella toscana profonda in cui sono cresciuto, quando ci si riferiva ad un compaesano improvvisamente trasferitosi nei grandi centri come Pisa o Livorno o Firenze per studio o lavoro, o se qualcuno si sposava in matrimoni da favola, si usava dire: ‘ha trovato l’America!’. ‘L’America’ era un modo di dire, era sinonimo di felicità. “L’America”, in quei paesini di provincia sembrava così lontana ed irraggiungibile. Un giorno ho mollato la mia vita in Italia perché volevo allontanarmi da tutto e tutti e ci sono andato davvero, in America, per provare a ripartire nella terra delle opportunità. Ma una volta lì, mi sono ricordato di quel modo di dire toscano, ed ho cominciato a cercare la “mia” America, ovvero la mia felicità. Tutto ciò che ne è scaturito da questa avventura, è stato troppo sorprendente e inaspettato, ho sentito di volerlo condividere“.

Quali sono state le tue premesse e le tue ambizioni stilistiche poco prima della sua pubblicazione in tutta Italia?
‘Viola Editrice’, la casa che ha creduto in me e che ha scelto di pubblicarmi, ha fatto un grande lavoro per sistemare il testo. Io ci ho messo il cuore. Viola Editrice, per aiutarmi in questo sogno, ci ha messo il cuore e anche la tecnica. Raccontare l’America di Trump sotto molti punti di vista, direttamente dalle strade delle grandi metropoli e dalla provincie più remote, è un’avventura che può richiamare molta curiosità. È un libro che ti porta a prendere una mappa in mano per scoprire luoghi e strade di un’America tutta da scoprire. Sono felice della risposta dei lettori“.

Ricordi il primo libro che hai letto?
Come tutti, a scuola sono stato obbligato a leggere i promessi sposi del Manzoni. Ma la passione per la lettura è nata più tardi. Ho iniziato con i grandi classici come Hemingway e Oscar Wilde“.

Chi è il tuo scrittore preferito? Puoi sceglierne più di uno e di tutte le epoche.
Uno su tutti, Lev Tolstoj. Tra gli scrittori moderni vado matto per i romanzi di Danielle Steel”.

Quale personaggio vivo in un libro ti sarebbe piaciuto incontrare nella vita reale?
Mi piace molto conversare. Vorrei incontrare il gatto behemoth raccontato da Bulgakov ne “il maestro e Margherita per provare a reggere un confronto di dialettica con lui, inarrivabile affabulatore“.

Quale scrittore ha influenzato il tuo lavoro di autore?
Se dovessi descrivere il mio romanzo “l’America” in 2 secondi, direi che è un misto tra “On the Road” di Jack Kerouac e “una notte ho sognato New York” di Piero Armenti“.

Hai un sogno nel cassetto?
Ne ho tanti. Un regista cinematografico sta verificando la possibilità di fare un film prendendo come sceneggiatura il mio romanzo. Questo sarebbe il primo di quei sogni nel cassetto“.

Hai già pensato al prossimo libro?
Sto scrivendo un romanzo storico, a tinte fantasy. È un percorso attraverso varie epoche della storia, dai tempi dei Romani fino ai nostri giorni, passando per Carlo Magno e Napoleone. Ma un fatto tenuto segreto per molti secoli e tramandato solo da alcuni eletti, sarà in grado di riscrivere la storia e rileggere in chiave diversa avvenimenti del passato e speranze per il futuro“.

Una ultimissima domanda. Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
Se chiedere la pace nel mondo è troppo scontato e banale, allora mi piacerebbe poter ripensare lo sviluppo tecnologico del pianeta e trovare altre soluzioni invece di cose come il petrolio e la plastica, che inquinano il nostro pianeta quanto una guerra inquina la nostra anima“.

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Arianna Di Pasquale