Tra i provvedimenti per tamponare la crisi energetica in corso, una delle proposte sul tavolo della Commissione europea, è il razionamento forzato dell’energia elettrica
La crisi energetica che sta attanagliando l’Europa intera non è detto che si esaurirà in un inverno duro sia dal punto di vista dei prezzi sia da quello dell’approvvigionamento. Tra le proposte sul tavolo della discussione c’è anche quello del razionamento energetico per le case private.
Nonostante il provvedimento arriverà dall’Unione europea, ogni stato sarà libero di scegliere, in base alla propria situazione e tessuto sociale, quali e per quante ore ci sarà il razionamento dell’energia. Queste decisioni saranno prese da ogni singolo Stato dopo l’approvazione definitiva della bozza presentata in Consiglio europeo. L’unico vincolo che potrebbe essere imposto è quello di rispettare un target di consumo mensile: il taglio dovrebbe corrispondere a circa il 10% in meno rispetto alla media dello stesso mese dei 5 anni precedenti.
Sarà un inverno durissimo
C’è poco da fare, resta solo da sperare in un inverno più mite possibile che possa trascorrere senza picchi di freddo esagerati visto l’enorme problema che l’intera Europa è costretta ad affrontare, Italia compresa, il razionamento dell’energia disponibile. Tecnicamente questo eventuale razionamento generalizzato, potrebbe avvenire tramite i contatori smart metering, quelli di seconda generazione, che sono stati installati nella gran parte delle case degli italiani (secondo la delibera ARERA nel 2018 erano stati installati 7 milioni), è possibili attivare, disattivare e cambiare la potenza dei contatori da remoto, senza la necessità dell’intervento di un tecnico sul campo e senza ovviamente preavviso per l’intestatario dell’utenza. La possibilità di diminuire la potenza del contatore da remoto potrebbe consentire di stilare un piano per il razionamento a distanza.
La crisi durerà per anni
Ma c’è chi è già convinto che questa crisi energetica non si esaurirà purtroppo in un solo gelido inverno bensì ci vorranno più anni per tornare ad un regime di quasi normalità. Ne è convinto ad esempio, Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia che in una recente intervista si mostra molto preoccupato: “La crisi dei prezzi non si risolverà entro il 2023: ci vorranno almeno tre anni. Dirlo può sembrare sgradevole, così come spiegare le altre verità scomode di questa vicenda. La prima: imporre un tetto al gas non solo è impossibile, è inutile. La seconda, dato che non si può imporre un tetto, l’unica via possibile è quella del sostegno diretto dei governi a imprese e famiglie. La terza è che senza gas e senza combustibili ed energia di derivazione fossile non ce la possiamo fare in nessun caso”.
Razionamenti obbligatori
Secondo Tabarelli “Il nostro fabbisogno di rete è 350 o 400 milioni di metri cubi al giorno a fine gennaio. Più o meno i problemi iniziano a fine gennaio, quelli che per il Nord sono i giorni più freddi quando la richiesta passerà da 250 a 400 milioni al giorno, soltanto in una grande città come Milano. Ecco in quel periodo”, prosegue il presidente di Numisma, saremmo costretti a fare dei razionamenti anche nelle case private. D’altro conto non c’è mai stato un calo di fornitura del gas in tutta la storia dalla rivoluzione industriale fino a oggi”. Molto probabilmente il razionamento a distanza influirà sulla nostra vita, ma questo comporterà solamente una riorganizzazione della nostra vita domestica. Negli orari che verranno selezionati per il razionamento dell’energia, la disponibilità della potenza sarà ridimensionata rispetto all’abituale funzionamento. Questo comporterà l’impossibilità di utilizzare più elettrodomestici contemporaneamente, o quantomeno sarà impossibile farne lo stesso utilizzo abituale.