Uccide la compagna, in carcere si ‘autopunisce’

Nelle ultime settimane aveva ucciso la sua compagna. In carcere ha deciso di autopunirsi con un gesto che ha lasciato tutti senza parole

Uccide la compagna, in carcere si autopunisce
Si autopunisce in carcere (screenshot video YouTube)

La notte tra il 22 ed il 23 settembre a Spinea si è verificato l’ennesimo caso di femminicidio nel nostro paese. Alexandru Ianosi, 35 anni, si è scagliato violentemente contro la sua compagna Lilia Patranjel, di sei anni più grande. Per quest’ultima non c’è stato nulla da fare. E’ accaduto nella loro abitazione, precisamente nel salotto: l’ha colpita violentemente con un coltello da cucina. Tra il torace e ventre. Poco dopo l’omicidio ha chiamato i carabinieri confessando l’omicidio.

Poco dopo si è scoperto che la donna aveva intenzione di lasciarlo. Non solo: aveva anche presentato la domanda per denunciare il compagno, salvo poi ritirare il tutto. Nelle ultime ore, però, come riporta il ‘Gazzettino’ si è verificato un altro episodio che ha visto come protagonista l’aggressore. Proprio in carcere dove si trovava in quel momento. Pentito per quello che ha fatto ha deciso di autopunirsi.

Femminicidio Spinea, l’aggressore si autopunisce in carcere

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Alexandru Ianosi, l’uomo che ha ucciso la compagna (screenshot video YouTube)

In che modo? Scagliandosi una scopa nell’occhio che lo ha portato a diversi giorni di coma. Dopo qualche giorno si è risvegliato. Ha fatto tutto da solo per punirsi, questo è quello che avrebbe detto ai medici. In questo momento si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Angelo di Venezia. La sua prognosi resta riservata. Una settimana fa aveva dichiarato di sentirsi “devastato dai sensi di colpa” per quello che ha fatto.

Ricordiamo che, dopo l’arresto, il 35enne ha deciso di non rispondere alle domande del gip durante l’udienza della convalida del suo fermo. Le accuse nei suoi confronti sono inevitabilmente gravi visto che si parla di omicidio volontario aggravato dal legame della convivenza. In tutta questa storia, però, c’è un bambino che non potrà più riabbracciare la madre e contare sul padre.

 

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