L’attore ha parlato in esclusiva a Notizie.com e ha commentato il momento magico della sua squadra del cuore: “Spalletti il vero capitano”.
Si sogna. Lo si fa ad occhi aperti, senza paura di svegliarsi perché questa è la realtà. Napoli on fire, Luciano Spalletti guida un gruppo disciplinato e spiritato allo stesso tempo. Come fa un tifoso a non farsi travolgere dall’esaltazione? Primo posto in campionato, girone di Champions a punteggio pieno, ieri un’altra batosta data all’Ajax. Gli olandesi giocano bene? Il Napoli lo fa meglio, decisamente meglio.
Marco D’Amore, ieri al “Maradona” per l’ennesimo poker stagionale della squadra del cuore, non pone limiti all’euforia che travolge l’ambiente: “Io sogno sempre, i sogni non me li può togliere nessuno. Se mi chiedono dello Scudetto, io oggi rispondo che sogno il Triplete. Campionato, Champions League e Coppa Italia. Poi magari arriviamo quarti in Serie A, un super club ci butta fuori dalla Champions e in Coppa Italia ci eliminano subito. Ma oggi voglio sognare il massimo”.
I cambiamenti, come l’attore commenta in esclusiva a Notizie.com, si sono trasformati in miglioramenti: “Non ero tra i più scettici in estate, credevo nella lungimiranza della società. Certo, ho patito addio di grandi calciatori e amici come Mertens, Insigne, Ghoulam e Koulibaly. Erano uomini di campo e di spogliatoio. Pensavo non si potesse magari raccogliere tutto nell’immediato, avevo speranze nel futuro. Invece in poco tempo si è saldato tutto, i calciatori sono riusciti a connettersi subito, è bellissimo”.
Marco D’Amore: “Rispetto e tradimento delle regole, così si va lontano”
Contro l’Ajax è stato un altro show. Gara subito in discesa con Lozano, è tornato al gol anche Osimhen, appena rientrato dall’infortunio muscolare. “Ho avuto la fortuna di poter essere allo stadio”, prosegue D’Amore ai nostri microfoni. “Sono tornato a sancire il mio personale tabellino, non ho mai perso in Champions! Ho incontrato la squadra dopo la partita, ho aspettato e parlato coi ragazzi. Sono estasiato dalla sventatezza e dalla scelleratezza giovanile. Un mix incredibile di comprensione e tradimento delle regole imposte da Spalletti, il vero captano. I giocatori hanno capito i compiti, poi però lasciano spazio alla creatività e all’estro del momento. Così ci sono sempre le condizioni per mangiarsi le partite e le avversarie. È un segno biologico di questa squadra”. DNA da super Napoli.