Omicidio Daphne Caruana Galizia, clamoroso colpo di scena nelle indagini. La notizia è di pochissimi minuti fa
Si ritorna a parlare dell’omicidio che ha visto come protagonista la giornalista 53enne Daphne Caruana Galizia. L’uccisione della stessa è avvenuto nel 2017, poche ore dopo l’inizio del processo di due fratelli. Si tratta di George e Alfred Degiorgio che sono stati accusati di averla uccisa. Nelle ultime ore è arrivata la notizia che riguarda proprio la coppia. A quanto pare si sono dichiarati colpevoli del delitto. A riportare la notizia i media maltesi. I fratelli, in un primo momento, erano entrati in aula dichiarandosi “non colpevoli”.
La svolta, però, si è verificata nella prima udienza che era rimasta sospesa vero ora di pranzo. Era il 16 ottobre de l 2017 quando i fratelli erano stati accusati di aver piazzato la bomba che ha fatto saltare in aria l’auto dove viaggiava la stessa. Lo hanno fatto per avere una riduzione della pena (rischiano 40 anni di prigione). Per i due fratelli erano scattate le manette due mesi dopo l’omicidio. Ad incastrarli il duro lavoro da parte della polizia di mezzo mondo. In primis quella dell’Fbi.
In questa vicenda anche Italia, Finlandia, Olanda e Francia hanno dato una mano. Dopo quattro anni hanno vuotato il sacco dopo essere rimasti in silenzio. Dopo le accuse e le rivelazioni dei pentiti. Ovvero: l’intermediario di morte, l’ex tassista ed usuraio Melvin Theuma, il mandante Yorgen Fenech ed il complice Vincent Muscat.
Delitto Daphne Caruana Galizia, confessano i fratelli Degiorgio
La 53enne venne uccisa da un’autobomba. La sua vettura è stata fatta saltare in aria. Una vicenda che ha indignato tutta l’opinione pubblica a livello mondiale. Tanto è vero che a Malta nacquero tantissime proteste che portarono alle dimissioni del primo ministro. La bomba si trovava sotto il suo sedile.
L’impatto è stato così violento che i rottami dell’auto sono andati a finire sopra un muro e in un campo. La donna, poco prima di morire, aveva scritto sul sito web ‘Running Commentary‘ la sua idea sulla sospetta corruzione nei circoli politici e commerciali della nazione insulare del Mediterraneo. Un vero e proprio paradiso fiscale. Nel mirino c’erano l’ex primo ministro Joseph Muscat.