Il responsabile Desk Russia del Centro Studi Internazionali: “Il compromesso andrebbe bene a Biden e Putin. Ma Zelensky…”
Le parole di Vladimir Putin, che apre al dialogo con l’Ucraina e la Russia, stanno facendo discutere. Cosa si nasconde dietro queste parole? Esiste davvero la possibilità che il conflitto stia volgendo al termine. Marco Di Liddo, responsabile Desk Russia del CeSi (Centro Studi Internazionali), analizza per noi le parole del numero uno del Cremlino, tracciando uno scenario molto suggestivo. “Esiste un modo per far vincere la guerra a Biden e non farla perdere a Putin”.
Di Liddo, come legge questa apertura di Putin?
“Il presidente russo è stato molto chiaro. La sua è un’apertura al dialogo, non al negoziato. Lui è disposto a parlare con Kiev e gli Stati Uniti per trovare una via d’uscita, un compromesso. Ma c’è un problema”
Quale?
“I contenuti al momento sono iper distanti. Kiev almeno dal punto di vista formale, vuole l’espulsione totale delle forze occupanti da tutto il territorio ucraino. Crimea compresa. Avere tutta l’integrità territoriale ripristinata. Una richiesta che Putin non accetterà mai. Non può tornare indietro rispetto all’annessione della Crimea e dei quattro oblast. E’ per questo che il messaggio di Putin è rivolto essenzialmente agli Stati Uniti. E si tratta di un passo che potrebbe portare ad un compromesso importante”.
Che tipo di scenario potrebbe crearsi?
“Uno scenario che prevede la vittoria degli Stati Uniti e la non sconfitta della Russia. Uno scenario insomma che troverebbe l’approvazione di Biden e Putin”.
Che vantaggio ci sarebbe per Biden?
“Il presidente Usa ha già raggiunto i suoi obiettivi principali: avere due membri in più nella Nato e compromettere i rapporti economici tra la Russia e l’Europa sull’esportazione del gas. In più ha drenato militarmente ed economicamente la Russia, ridimensionandola a livello economico e costringendola per anni a tenere sotto osservazione il fronte occidentale”.
E il vantaggio per Putin?
“Putin ha in mano qualcosa da portare al fronte interno e che gli permette di calmare i falchi e le fazioni più radicali: l’occupazione del 20% dell’Ucraina. Non dimentichiamoci che la fazione più radicale è quella che minaccia l’uso dell’atomica. Calmandola, presentando un obiettivo raggiunto, seppur minimo, riuscirebbe a calmare la situazione e ad uscirne in modo più che dignitoso”.
Tutti felici e contenti quindi?
“Tutti tranne Kiev. I grandi sconfitti in caso di clausola compromissoria tra Russia e Usa, sarebbero proprio loro. Ma Se gli Stati Uniti dovessero trovare un accordo con Putin e andassero a Kiev ad imporre a Zelensky di fermarsi, loro non potrebbero opporsi. Senza le armi e l’appoggio militare degli Usa, andrebbero poco lontano. E’ chiaro che la formula compromissoria converrebbe sia agli Stati Uniti che alla Russia, ma non all’Ucraina”.
Quanto sarebbe a scommettere su questa conclusione del conflitto?
“E’ ancora presto per scommettere. Si tratta semplicemente di una possibilità. Ma diciamo che tanti tasselli si stanno mettendo a posto e ci portano a pensare che la direzione possa essere questa. Anche perchè questa sorta di formula compromissoria porterebbe gli Stati Uniti a vincere e la Russia di non perdere. Ad uscire sconfitta sarebbe solo l’Ucraina”.