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Cronaca

Guerra nucleare, la previsione terrificante: ecco quante vittime ci sarebbero in Italia

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Francesco Spagnolo

E’ stato pubblicato il report dell’IRIAD, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, sul numero di vittime in caso di guerra nucleare. Numeri terrificanti, ecco i dettagli.

La guerra in Ucraina non sembra essere destinata a terminare in poco tempo e, nonostante la smentita dei diretti interessati, la guerra nucleare resta una delle possibilità. Nelle scorse ore l’IRIAD, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, ha pubblicato il report sul bilancio delle vittime in caso di utilizzo di armi tattiche.

Il report dell’IRIAD in caso di guerra nucleare © Ansa

Nel documento, riportato dal Quotidiano Nazionale, è precisato che a poche ore dallo scoppio di una eventuale guerra nucleare si potrebbero avere almeno 34 milioni di morti nel mondo. Ma a preoccupare sono i numeri per il nostro Paese.

I primi obiettivi dell’Italia sarebbero le città di Ghedi e Aviano per la presenza di circa 40 testate nucleare. Ma nel mirino potrebbero finire anche le città come Vicenza, Livorno, Napoli, Gaeta, Taranto e Sigonella. Tutti attacchi che dovrebbero provocare almeno 55mila morti e oltre 190mila feriti.

Guerra nucleare, Napoli la città più a rischio

Napoli è la città che potrebbe avere il bilancio più grave in Italia © Ansa

La città più a rischio è Napoli. Secondo questo report, il capoluogo campano dovrebbe avere un bilancio di 21mila morti e 109mila feriti. 12mila vittime per Vicenza e Gaeta che potrebbero registrare un numero importante di feriti (45mila e 12mila). A Taranto, invece, si potrebbero avere 7500 morti e 27mila feriti.

Oltre naturalmente a questa tragedia umana, si aggiungerebbe un Paese bloccato sia dal punto di vista economico che delle infrastrutture.

L’interrogativo è drammaticamente attuale perché da esso dipende l’interruzione o al contrario l’intensificazione di una escalation nucleare – ha spiegato Battistelli, presidente di Archivio Disarmo – in quest’ultimo caso si passerebbe dalle testate tattiche a quelle a medio raggio (oltre 500 km) dirette alla regione europea e da queste a quelle strategiche, dirette ai territori delle due maggiori potenze nucleari come Stati Uniti e Russia“.

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Francesco Spagnolo