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Stavridis: “La no fly zone in Ucraina sarebbe la terza guerra mondiale”

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Mauro Simoncelli

L’ex comandante, supremo alleato della NATO James Stavridis, ha affermato che un divieto di sorvolo dell’Ucraina potrebbe portare conseguenze devastanti

Dopo la distruzione del ponte sullo stretto di Kerch nel fine settimana, ponte che collegava la Russia e la penisola di Crimea, una serie di esplosioni che non si vedevano dall’inizio della guerra a fine febbraio sono tornate a scuotere la capitale ucraina di Kiev e le città di tutto il paese, concentrandosi su obiettivi civili e infrastrutture. E qualcuno ora invoca la no fly zone.

James Stavridis ex comandante Forze Nato – Ansa foto

Per no fly zone si intende uno spazio aereo sottoposto a controllo militare e interdetto a tutti i velivoli non autorizzati. La sua istituzione sull’Ucraina vieterebbe agli aerei russi il sorvolo e accetterebbe solo quelli degli alleati.

Il reale pericolo di escalation con una no fly zone

I tempi per una no fly zone in Ucraina, più volte richiesta anche dal presidente ucraino Zelensky, sarebbero maturi, vista anche la recente piega che il conflitto russo-ucraino sta assumendo. Eppure, nonostante ci siano tutti i presupposti, mettere un divieto di sorvolo degli aerei russi sui cieli ucraini implicherebbe risvolti drammatici e imprevedibili e contribuirebbe ad aumentare ancora di più una tensione già altissima, che potrebbe avere anche conseguenze estreme.

In un recente tweet, l’ex comandante supremo alleato della NATO James Stavridis, che è anche un ammiraglio a quattro stelle in pensione della Marina degli Stati Uniti, ha avvertito che l’invasione agitata della Russia nel paese potrebbe indurre Putin a ricorrere a attacchi missilistici ancora più intensi contro l’Ucraina nel tentativo di livellare gli insediamenti del paese, come è successo in Siria verso la fine dell’ultimo decennio. Come abbiamo visto, la distruzione del ponte sullo stretto di Kerch, che collegava la Crimea alla Russia, ha immediatamente provocato la rappresaglia del presidente russo che è tornato a bombardare anche obiettivi civili nella capitale Kiev e in altre città importanti.

Una mossa azzardata con molti rischi annessi

I missili tornati a cadere indiscriminatamente sulle città ucraine hanno di nuovo spinto l’Ucraina a rinnovare gli appelli ai paesi allineati con la NATO per imporre una no-fly zone sul paese. “Putin cercherà di trasformare le città ucraine in terre desolate e distrutte”, ha scritto ancora l’ex generale sul suo profilo social, “Cercherà di creare Aleppo sul fiume Dnepr. L’Ucraina ha bisogno delle migliori difese aeree che possiamo fornire, compresi gli aerei militari”. Stavridis ha aggiunto: “Se Putin continua questa campagna di attacchi terroristici, la NATO potrebbe dover considerare una no-fly zone. Sarebbe un’escalation significativa e pericolosa. Dovremmo comunicare questo rischio a Putin”. Ma un divieto di sorvolo degli aerei russi sui cieli ucraini implicherebbe risvolti drammatici, un aumento della tensione che contribuirebbe a far scoppiare la terza guerra mondiale. Per questo la Nato, dall’inizio del conflitto, si dice contraria ad una no fly zone in Ucraina, poiché una sua istituzione porterebbe i Paesi della Nato a entrare ufficialmente in guerra contro la Russia.

 

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Mauro Simoncelli