Il leader cinese non ha escluso un’azione militare nel suo discorso: ecco l’annuncio che potrebbe creare l’allarme.
Un’ora e 40 circa di discorso. Ad ascoltarlo 2.300 grandi delegati nel XX Congresso del Partito Comunista cinese. Xi Jinping nel suo intervento ha ribadito orgogliosamente l’espansione della Cina, sottolineando che il Pil del paese è raddoppiato in 10 anni.
Ha poi affrontato il tema del Covid. Ha chiarito che al primo posto sono state messe le vite umane, con una sorta di “guerra del popolo contro il virus”. Inevitabile poi un chiarimento su ciò che sta accadendo in Europa e sulle vicende di Taiwan che stanno alimentando le tensioni. Xi Jinping ha lanciato un monito chiaro, non escludendo un piano già pronto e sottolineando ciò che potrebbe accadere nei prossimi 5 anni.
Xi ha promesso “la riunificazione della patria”. Il messaggio è chiaramente rivolto a Taiwan, e il leader ha sottolineato la “capacità della Cina contro l’indipendenza” di Taipei. “La riunificazione completa della madrepatria deve essere realizzata e può essere raggiunta – ha chiarito Xi –, continueremo ad impegnarci per farlo in maniera pacifica, ma non possiamo promettere di rinunciare alla forza”. Questo passaggio ha incassato la standing ovation dei delegati, in piedi quando il leader ha ribadito che “la Cina si riserva di utilizzare tutti i mezzi”.
Xi non ha escluso nulla, neanche i “potenziali pericoli nei prossimi anni”. Ha ribadito che la nazione dovrà fare fronte a tempi difficili con “cambiamenti globali che non si vedevano da un secolo”. Xi ha incassato quindi il tributo del congresso, che potrebbe essere un chiaro segnale di sostegno alla sua svolta epocale. Il presidente vorrebbe provare a creare un precedente inatteso, ignorando i limiti di mandato per incassare il terzo incarico e quindi un ulteriore quinquennio alla guida della nazione.