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Accuse di corruzione per Neymar: la versione del brasiliano in tribunale

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Marco Ercole

La stella del Psg si è presentata in tribunale a Barcellona per rispondere alle accuse mosse nei suoi confronti riguardo il suo trasferimento dal Santos ai catalani: “Io ho firmato quello che mi ha detto di firmare mio padre”

Ha evitato le accuse scaricandole sul padre agente. Così, con un dribbling dei suoi, Neymar ha risposto comparendo davanti a giudici a Barcellona nell’ambito del processo su presunte irregolarità relative al suo passaggio dal Santos al club spagnolo risalente al 2013. L’attaccante del Psg ha spiegato: “Mio padre gestisce tutto, non sono stato coinvolto nelle trattative. Ho solo firmato quello che mi diceva lui di firmare“.

Neymar in tribunale a Barcellona per rispondere alle accuse di corruzione (Ansa)

Nell’occasione il brasiliano ha raccontato che il suo desiderio sia sempre stato quello di indossare la maglia del Barcellona, nonostante le avances del Real Madrid: “Sapevo delle voci di altri club, ma il mio sogno era quello di firmare per il Barça e nel 2013 ho lasciato il Santos. Avevo molte opzioni, ma il mio sogno fin da bambino è sempre stato quello di giocare per loro. All’ultimo momento si trattava di decidere tra il Real Madrid o il Barcellona e il mio cuore ha scelto per i blaugrana“.

Neymar in tribunale

La stella del Psg Neymar all’arrivo in tribunale a Barcellona (Ansa)

Implicato nell’operazione anche il gruppo d’investimento brasiliano DIS, che ha sporto denuncia e che aveva diritto a una percentuale del 40% sul trasferimento di Neymar: i rappresentanti hanno spiegato di aver ricevuto un indennizzo inferiore, in quanto parte della commissione dell’operazione sarebbe stata nascosta. Presenti in aula pure la madre del brasiliano, gli ex presidenti della società catalana, Sandro Rosell e Josep Bartomeu, più i rappresentanti di entrambi i club. Neymar e la sua famiglia hanno avuto il via libera per lasciare il tribunale dopo aver testimoniato e negato il presunto illecito. L’accusa nei confronti del giocatore del Psg e del padre-agente è di corruzione, con il rischio di una pena detentiva fino a due anni, oltre a una multa da 10 milioni di euro. Rischia fino a 5 anni di carcere per frode e corruzione (con multa da 10 milioni di euro) anche l’ex presidente del Barcellona Rosell.

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