Il Presidente dell’Unione Camere Penali italiane: “Non mancano i magistrati, vanno solo utilizzati bene”
Dalle pagine de L’Opinione Gian Domenico Caiazza, Presidente dell’Unione camere penali italiane, traccia un bilancio del lavoro dei Magistrati e della presunta mancanza di nuovi volti. Il vice presidente del Csm,, avvocato Davide Ermini, ha lanciato l’allarme sulle gravi carenze degli organici della magistratura. Le sue parole sono chiarissime: “Nonostante i concorsi già banditi, considerati i magistrati annualmente in uscita per anzianità, dimissioni o altro, e il fatto che ai prossimi vincitori di concorso sa- ranno conferite le funzioni non prima del 2024, si arriverà presto a una scopertura di oltre il 20 per cento”.
Secondo Caiazza, che scrive un lungo editoriale su L’Opinione, deve aggiungersi un altro dato significativo. “Noi siamo tra gli ultimi in Europa per numero di magistrati ogni centomila abitanti. Se a queste inesorabili statistiche aggiungiamo le carenze – se possibile ancora più gravi – del personale amministrativo, comprendiamo bene le vere ragioni del disastro della giustizia italiana in termini di irragionevole durata dei processi”.
Dopo aver elencato alcuni aspetti burocratici che rallentano i processi, Caiazza si rivolge al nuovo Governo. “Le verità denunciate da Ermini ci fanno capire che se pure il nuovo Governo decidesse il giorno dopo il suo insediamento una drastica implementa- zione degli organici, dovremmo attendere cinque o sei anni per averne i primi benefici. Dunque, noi ci permettiamo di indicare al futuro Governo una strada certa, immediata, sicura, che non risolverà certo il problema, ma potrà darci una significativa boccata di ossigeno. Eviti il nuovo Governo di richiedere al Consiglio superiore della magistratura la messa fuori ruolo, come accade sistematicamente in questo Paese da molti decenni. Di quei 200 magistrati – qualcuno in più, qualcuno in meno – che per misteriose ragioni ci ostiniamo a spostare immancabilmente presso l’esecutivo, e per la gran parte presso il Ministero della Giustizia”.
“Non credo sia così difficile comprendere ciò di cui sto parlando – continua Caiazza – e che da sempre noi penalisti denunciamo, sempre inascoltati. Ecco una grande occasione per il nuovo Governo, e per il nuovo Ministro della Giustizia. Sentiamo parlare di grandi propositi di riforma liberale della giustizia, e ne siamo lietissimi. Intanto, cominciamo da qui. Questo
non richiede percorsi di riforma. Basta che il Ministro della Giustizia si limiti a non richiedere distacchi di magistrati presso il proprio dicastero, lasciando costoro ad assolvere alla funzione altissima per esercitare la quale hanno vinto un concorso, evitando di sguarnire organici già esangui. Insomma, questo allarme rosso c’è o non c’è? Attendiamo fiduciosi”.