Associazione a delinquere in carcere: cellulari e droga, scattano gli arresti

All’interno del carcere entravano cellulari e sostanze stupefacenti. Le indagini sono andate avanti per molto tempo e sono scattati gli arresti. Tra questi anche il garante dei detenuti

Droga e cellulari all'interno del carcere
Bufera all’interno del carcere (screenshot video YouTube)

Una vera e propria associazione a delinquere all’interno del carcere. Il loro obiettivo era quello di inserire, all’interno dello stesso, sia telefoni cellulari che droga. Ci troviamo a Napoli, più precisamente al carcere di Poggioreale dove arrivano delle notizie a dir poco inquietanti. In merito a questa vicenda otto persone sono finite in manette dai carabinieri del Nucleo Investigativo appartenente alla caserma di Castello di Cisterna.

Nomi conosciuti tra le persone che sono state arrestate visto che figura anche quello del garante dei detenuti del Comune di Napoli, ovvero Pietro Ioia. Le accuse nei loro confronti sono inevitabilmente gravi visto che si parla di: associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e corruzione. Sei delle persone che sono state arrestate sono finite in carcere, mentre altre due dovranno restare agli arresti domiciliari.

Carcere Poggioreale, in manette anche Pietro Ioia

Droga e cellulari all'interno del carcere
Pietro Ioia (screenshot video YouTube)
Come funzionava il tutto’ A quanto pare, per poter effettuare questo traffico, si aspettava il giorno dei colloqui. Le “consegne” venivano fatte proprio in queste occasioni. A rivelarlo la compagna di una delle persone che è appunto finito in manette. Attraverso il garante faceva recapitare ai detenuti che facevano dell’organizzazione appunto i cellulari e la droga che, successivamente, venivano venduti ad altre persone recluse. In questo caso si andava a creare un commercio illegale.
Proprio lo stesso Ioia approfittava di questi colloqui per verificare le condizioni in cui si trovavano gli stessi detenuti e consegnava quello che gli era appunto arrivato. Ed i soldi come li riceveva? Attraverso delle carte ricaricabili in uno ad una donna. Soldi che poi venivano divisi con gli altri che facevano parte di questo giro. Le indagini sono andate avanti per molto e si è scoperto che molti stupefacenti, tra questi cocaina ed hashish, raggiungevano un valore di migliaia di euro.
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