“Il ritratto di Mussolini deve restare”: la sinistra ora scopre la “cancel culture”

Negli ultimi giorni si era fatto parecchio rumore sul ritratto del Duce, ma per il deputato Pd Morassut le foto di Mussolini devono restare

Il ritratto della discordia. Almeno per qualcuno. Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare del quadro che ritrae Benito Mussolini e che si trova all’interno di Palazzo Chigi in compagnia di altri Presidente del Consiglio che hanno ricoperto questo ruolo nella storia del nostro paese. Qualcuno ha chiesto di rimuoverlo, ma da sinistra arriva l’alt. Si, avete capito bene, da sinistra. “Per me il ritratto di Mussolini a Palazzo Chigi può anche rimanere. Del resto i Governi di centrosinistra che hanno governato in passato non lo hanno mai messo in discussione, almeno non mi risulta”. Non sono parole del presidente La Russa, che già da ieri ha parlato di cancel culture, nè di eredi o nostalgici del fascismo.

L'anticamera
L’anticamera della Sala Verde dove sono esposti i ritratti dei presidenti del Consiglio italiani a partire dal 1861, anno dell’Unità d’Italia (Ansa)

A parlare così è il deputato del Pd Roberto Morassut: “Quel ritratto è anche la traccia di una certa storia italiana che andrebbe spiegata bene ai nostri studenti e giovani. Mussolini soppresse la democrazia ma facendo firmare delle leggi al Re e non abolì mai la Costituzione di allora, che era lo Statuto Albertino, di cui era garante il Re, ma svuotandolo con la istituzione del Gran Consiglio del Fascismo per creare un simulacro di legittimità del suo agire. Nello stesso modo e con la stessa furbizia e opportunismo, Mussolini fu fatto dimettere senza essere formalmente arrestato sulla base di un voto formalmente costituzionale, nel Gran Consiglio, come pretese il Re”.

Da sinistra si era chiesta la rimozione ora dalla stessa parte arriva lo stop

Il ritratto
Il ritratto di Benito Mussolini insieme ad altri presidenti del Consiglio al Mise (Ansa)

Parole che smontano la polemica a senso unico scatenata ieri dalla sinistra, che ha chiesto di rimuovere la foto di Mussolini con tutti i ministri dello sviluppo dalla parete a palazzo Piacentini. E chi è contrario, semplicemente perché ravvisa un pericolo di rimozione della storia, e chiede almeno un dibattito che complessivo che riguardi tutti gli edifici, diventa fascista! “Insomma una storia tutta italiana di trasformismo, rivolgimenti, consumati nella apparente continuità della cornice generale per evitare di essere magari un giorno processati per reati contro la Nazione. Anche per questo il fascismo non è mai morto in Italia e c’era in seme già prima di Mussolini, che infatti disse: non l’ho inventato io ma l’ho tratto dalle viscere degli italiani. Alla fine quel ritratto è quello di uno dei Presidenti del Consiglio che si sono alternati nella storia unitaria che seppure dittatore fu nominato e revocato dal Capo dello Stato di allora, cioè il Re. Una roba tutta italiana” dice Morassut. E’ fascista anche il deputato pd?

Ecco – conclude Morassut– credo che questa storia andrebbe semmai raccontata ai nostri studenti per fargli comprendere che tra i mali della nostra nazione c’è stato il fascismo e c’è stato il trasformismo nelle sue forme più o meno acute e che non è mai tramontato. Altra cosa sarebbe togliere tutti i ritratti dei Presidenti del Consiglio che hanno esercitato quella carica in epoca monarchica, prima della Repubblica. E allora sarei d’accordo a discuterne perché la nascita della Repubblica con un referendum popolare a suffragio universale è stato il primo atto fondativo vero della nostra democrazia che ha segnato una rottura netta con le forme politiche del passato trascinate dal Medioevo”.

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