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Cronaca

Il sogno del ponte sullo stretto, ma resta il rischio sismico

Published by
Mauro Simoncelli

Il ponte sullo stretto di Messina sarebbe un enorme progresso per l’economia, ma quel terremoto di più di 100 anni fa non lascia tranquilli

Fare un bilancio dei pro e dei contro sulla realizzazione di un’infrastruttura così imponente potrebbe sembrare una sfida ardua per chiunque, basti pensare ai numerosi aspetti da tenere in considerazione. Ma il Ponte sullo stretto tra Messina e Reggio Calabria resta quell’idea tra sogno e realtà, tra utopia e ragione dove tutti hanno ragione e nessuno però a torto.

Uno dei tanti progetti sulla possibilità di costruire il ponte sullo stretto –

Il ponte sullo stretto di Messina è un’opera futuribile di cui si parla da tempo, oggetto di accesi dibattiti relativi a costi, utilità e fattibilità tecnica, proposta con una serie di variegati progetti di ingegneria civile, approntati in tempi diversi e molteplici soluzioni. Il ponte permetterebbe di realizzare un attraversamento stradale e ferroviario stabile dello stretto, dove oggi è attualmente necessario il traghettamento per collegare la Sicilia con la Calabria, cioè la Sicilia e il continente europeo.

Un’opera forse utopistica

Sono più di venti anni che in Italia si parla della possibilità di costruire un ponte che unisca definitivamente la Sicilia alla penisola italiana. Si sono succeduti governi, si sono succeduti presidenti del Consiglio, sono stati commissionati studi di fattibilità, sono state avviate addirittura gare d’appalto, ma alla fine non si è mai realmente partiti. Il ponte sullo stretto tra Messina e Reggio di Calabria è un’opera enorme, di portata ciclopica sia per i posti di lavoro che creerebbe, necessari per realizzarla, sia per l’utilità e il risparmio di tempo che si avrebbero nell’attraversare su gomma o su rotaia quello che adesso si fa per forza di cose via mare, ma sarebbe anche un’opera sottoposta a una serie di tantissimi dubbi sulla effettiva possibilità di realizzazione, sono troppo le incognite che si porta dietro, da sempre.

Tornato d’attualità

“Il Ponte sullo Stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori, sarà un grande passo avanti per l’ingegneria nel mondo”. Matteo Salvini, neoministro delle Infrastrutture del nuovo governo Meloni, dopo pochi minuti dall’annuncio della sua nomina al dicastero, ha calato la sua prima carta a effetto ed è tornato alla carica con l’idea di riprovarci. Questa volta nel governo ci sono i numeri e potenzialmente le intenzioni per avviare quello che a tutti gli effetti sarebbe un progetto faraonico. La cosa che fa preoccupare principalmente è l’area fortemente sismica, come evidenziato dai numerosi rapporti tecnici, l’ultimo dei quali fu confezionato alle Ferrovie dello Stato sotto indicazione del governo Draghi. E la scoperta dell’anno scorso nei fondali marini, tra la Sicilia e la Calabria, della faglia che più di 100 anni fa provocò la più grave catastrofe sismica d’Europa, il terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, con una magnitudo di 7,1 e un totale di 120 mila vittime, non fa che aumentare dubbi e preoccupazioni.

Il neo ministro delle infrastrutture Matteo Salvini –

Le varie ipotesi per la realizzazione

La conformazione morfologica del terreno nell’area terrena e marina contenuta tra la Sicilia e la Calabria è proprio il vero nodo del problema, perché li andrebbero a impattare gli enormi piloni che dovrebbero sostenere la struttura ciclopica. La riqualificazione dei fondali è un aspetto essenziale per la fattibilità del ponte, in quanto questi andrebbero a ospitare i pilastri di sostegno della struttura, ma al momento non possono garantire sufficiente stabilità. Quindi siamo ancora nella fase della scelta se varare il progetto a campata unica o a tre campate, che avrebbe anche un costo ridotto, sia a livello ambientale sia economico. Tante quindi le problematiche ancora sul tavolo, non ultima quella di reperire la montagna di denari che serviranno per finanziare la gigantesca opera, ma la dichiarazione così repentina alla prima uscita ufficiale di Matteo Salvini fa davvero intendere che questa volta si proverà davvero a realizzarla.

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Mauro Simoncelli