Su Twitter il messaggio di cordoglio, se n’è andato Dietrich Mateschitz, capo-fondatore della scuderia che sta dominando il Mondiale.
Piange il mondo della Formula 1. Quando mancavano pochi minuti alle qualifiche del Gran Premio di Austin, è morto a 78 anni il capo e patron della Red Bull Dietrich Mateschitz. Fondatore dell’impero “che mette le ali” e della scuderia che sta dominando il Mondiale in corso con Max Verstappen come pilota di punta.
L’imprenditore era da tempo gravemente malato. Nato in Austria, a Sankt Marein im Mürztal. Miliardario e co-fondatore della nota casa produttrice della bevanda energetica di cui deteneva il 49% delle azioni. Nel 2021, stando ai dati riportati da Forbes, è stato la 56ª persona più ricca al mondo. Un patrimonio stimato in 25 miliardi di dollari. Un vero mecenate sportivo, entrato in modo prorompente non solo in Formula 1, ma anche negli sport americani, nel calcio e soprattutto gli sport outdoor, soprattutto quelli estremi. Mateschitz, uomo carismatico come un po’ tutti i self-made men, rilevò nel 2004 il team Jaguar a una cifra simbolica. L’anno successivo entrò nel Mondiale come Red Bull Racing. I primi piloti scelti furono David Coulthard, Christian Klien e l’italiano Vitantonio Liuzzi. Una rincorsa ai trionfi culminati con Sebastian Vettel, scoperto come tanti altri giovani successivamente.
La Formula 1 ha annunciato la sua scomparsa tramite i profili social: “Ci rattrista la notizia della morte di Dietrich Mateschitz”, il tweet pubblicato. “Il co-fondatore della Red Bull ha dato un contributo indimenticabile alla F1 e lascia un’eredità duratura“, è stato aggiunto. La Red Bull, con la sua visione ambiziosa, ha vinto quattro titoli iridati di fila con Vettel (a cui vanno aggiunti i 4 titoli costruttori), poi ha pagato dazio alla Mercedes con l’ingresso nell’era ibrida della Formula 1. In quel momento si è interrotto il dominio, ripreso nel 2021 con Verstappen al volante, appunto. La Formula 1 perde senza dubbio uno dei suoi pezzi più importanti. Più lungimiranti.