L’ex allenatore ha parlato durante un Festival svelando una chiacchierata privata con l’allora presidente del Milan.
Uno dei calciatori più forti della storia. Sul suo conto, le storie, però si sprecano perché hanno limitato il suo talento, già di per sé cristallino. Non aveva bisogno di studiare gli avversari, ha ammesso spesso Ronaldo.
Il Fenomeno, quello vero, commenteranno in tanti cercando di allontanare il brasiliano dal paragone con CR7. Video consegnati dagli allenatori, mai visti dall’attaccante ex Barcellona, Inter, Real Madrid e Milan. Al massimo erano gli altri a doversi preoccupare di come avrebbe giocato quella determinata partita. Fabio Capello, durante il suo intervento al Festival dello sport di Trento, ha voluto raccontare un particolare episodio che ha messo in mezzo Ronaldo e la sua cessione al Milan di Berlusconi: “Il Real è la squadra che più ho sentita mia, perché l’ho fatta io”, ha commentato l’allenatore, ora opinionista a Sky Sport.
Consigliai di non prenderlo, il giorno dopo era al Milan
“Successivamente vennero Cassano e Ronaldo, due che non facevano la vita da atleti. La decisione di mandare via Ronaldo e mettere in disparte Cassano aiutò a creare però un gruppo vincente. Erano 9 i punti di svantaggio quando mancavano 10 gare dalla fine dal Barcellona. Sono orgoglioso ancora di questo successo”. Capello racconta poi una chiacchierata privata con Berlusconi, intenzionato a riportarlo in Italia, però con la maglia rossonera. “Ricordo una telefonata di Berlusconi quando decisi di vendere Ronaldo. Mi chiese come era e dissi che non aveva voglia di allenarsi. Gli piacciono molto le donne e fare feste. Gli consigliai di lasciare stare. Il giorno dopo, in prima pagina, vidi il titolo ‘Ronaldo al Milan’. Ecco, quella fu una cosa troppo divertente”.