A breve si abbatterà sull’Italia, volente o nolente il nuovo Governo, il periodo più difficile della storia della Repubblica
La tempesta perfetta. Termine un po’ abusato ma che rende l’idea di quello che si sta per abbattere il pericolo maggiore sia rappresentato dall’aumento dei prezzi è opinione diffusa anche alla Bce. Ieri sono uscite le minute dell’ultima riunione e la sintesi è che i tassi di interesse, malgrado i due robusti aumenti di 0,50 e 0,75%, sono ancora lontani dal livello giusto per contenere le spinte inflazionistiche che, hanno avvertito i capi delle banche centrali Ue, non «si abbatteranno da sole». Traduzione: servono altri rialzi a raffica. La conseguenza, come ammettono gli stessi governatori, è che l’Europa potrebbe finire «in recessione piena». Il fattore che farebbe avverare la profezia è il taglio totale delle forniture da parte di Putin. Ipotesi che il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ritiene assai probabile. Per questo, ha avvertito, conviene iniziare subito i razionamenti, altrimenti nelle giornate di picco il prossimo inverno alcune aree del Paese potrebbero veramente restare a secco di gas per riscaldare le abitazioni. Cosa mai avvenuta, ha spiegato, «dal dopoguerra ad oggi». Che il pericolo maggiore sia rappresentato dall’aumento dei prezzi è opinione diffusa anche alla Bce.
Per essere sicuri che tutti capiscano la direttrice dell’Fmi ha voluto paragonare il colpo, tanto per restare un po’ legata all’attualità, alla cancellazione dell’intera economia della Germania. Le nuove previsioni del Fondo arriveranno martedì, ma già da ora si sa che le stime del Pil mondiale verranno di nuovo abbassate (dopo tre tagli ora sono al 3,2% per il 2022 e al 2,9% per il 2023) perché la situazione «più probabilmente peggiorerà piuttosto che migliorare». Anche perché una delle priorità è far calare l’inflazione.
Il fattore che farebbe avverare la profezia è il taglio totale delle forniture da parte di Putin
Il che significa tassi più alti e niente manovre espansive, tanto più in deficit. «Mentre la politica monetaria spinge sul freno, non si dovrebbe avere una politica di bilancio che spinge sull’acceleratore», ha spiegato la Georgieva. In altre parole, per quanto possano crescere le difficoltà di imprese e famiglie bisognerà andarci piano anche con gli aiuti, altrimenti si torna al punto di partenza
Che il pericolo maggiore sia rappresentato dall’aumento dei prezzi è opinione diffusa anche alla Bce. Ieri sono uscite le minute dell’ultima riunione e la sintesi è che i tassi di interesse, malgrado i due robusti aumenti di 0,50 e 0,75%, sono ancora lontani dal livello giusto per contenere le spinte inflazionistiche che, hanno avvertito i capi delle banche centrali Ue, non «si abbatteranno da sole». Traduzione: servono altri rialzi a raffica. La conseguenza, come ammettono gli stessi governatori, è che l’Europa potrebbe finire «in recessione piena». Il fattore che farebbe avverare la profezia è il taglio totale delle forniture da parte di Putin. Ipotesi che il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ritiene assai probabile. Per questo, ha avvertito, conviene iniziare subito i razionamenti, altrimenti nelle giornate di picco il prossimo inverno alcune aree del Paese potrebbero veramente restare a secco di gas per riscaldare le abitazioni. Cosa mai avvenuta, ha spiegato, «dal dopoguerra ad oggi».