L’ex Direttore del Tg2 e di Rai1: “Due i punti in comune da seguire. Sul Covid giusta la Commissione d’inchiesta”
“Ieri è stato un giorno importante politicamente parlando. Ufficialmente, dopo il consenso elettorale e popolare, c’è stato un cambio della guardia e generazionale tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni”. Mauro Mazza, ex Direttore del Tg2 e di Rai1, spiega in esclusiva a Notizie.com, cosa è cambiato dopo il discorso di Giorgia Meloni alla Camera e la spiegazione del programma di Governo. “La vecchia politica, che si basava su concetti del passato non esiste più. Pensate alla Serracchiani e al tentativo di portare avanti la battaglia sul femminismo con la Meloni. Il nuovo Governo si valuterà su quello che sarà in grado di fare e non su vecchi principi”.
Sul cambio della guardia nel centrodestra. “Non immagino un Berlusconi felicissimo di questo passaggio. Ma il voto degli elettori e la passione politica che Giorgia Meloni ha messo in campo, hanno avuto la meglio sul rispetto che si deve al fondatore del centrodestra. Ieri, non a caso, la Meloni non ha citato Berlusconi. Perché non gli deve niente. Si è fatta da se. Questo 26% lo ha costruito giorno dopo giorno con passione e impegno politico Ha raccontato la sua storia, vissuta con passione, coerenza e determinazione. Una storia accettata da gran parte degli italiani. Berlusconi la sua storia l’ha raccontata nel 1994. Allora piacque agli italiani e li ha convinti. Oggi c’è un’atra storia che si è proposta e imposta con la forza del consenso democratico. E questa storia caratterizzerà l’Italia nei prossimi mesi. E la Meloni spera nei prossimi anni”.
Giorgia Meloni non ha citato Silvio Berlusconi, ma ha ringraziato due volte Mario Draghi. “L’agenda Draghi non può che essere adottata e fatta propria da Giorgia Meloni. Su due settori: la politica economica concordata con l’Europa attraverso il PNNR e la politica internazionale, in rapporto all’emergenza sulla guerra in Ucraina. Anche qui non può che proseguire la linea del Governo Draghi. Una volta superate le emergenze, l’agenda Meloni avrà campo libero per dipanarsi. Oggi non può che esserci continuità con il Governo Draghi. Dopo le emergenze verrà proiettato un altro film”.
Diverso il discorso sulla gestione Covid. Sull’argomento Giorgia Meloni ha promesso di andare a fondo, con una Commissione d’Inchiesta. “Nel suo mirino più che di Draghi, c’è la gestione del Ministro Speranza, nel secondo Governo Conte. Quando la Meloni annuncia una Commissione d’Inchiesta per la gestione dell’emergenza Covid, pensa alla prima fase. Alle mascherine cinesi, ai banchi a rotelle e a chi si è arricchito grazie alla pandemia. Se ci sarà un’opera di verità, dovremmo esserne tutti contenti. Mi sembra che anche una parte dell’opposizione, che coinvolge Calenda e Renzi, si è detta d’accordo nel fare chiarezza su questa vicenda”.