Il leader di Italia Viva al Senato ribadisce la sfiducia al Governo, ma il suo discorso strappa applausi nel centrodestra
Da una parte la conferma del voto di sfiducia al Governo Meloni, dall’altra, una serie di dichiarazioni che si dimostrano più critiche verso il Pd che nei confronti della coalizione di centrodestra. Matteo Renzi ha tenuto banco al Senato e si è preso il palcoscenico, strappando qualche timido applauso dai banchi degli esponenti di Fratelli d’Italia.
Durante il suo discorso al Senato, Renzi è stato molto diretto. L’entusiasmo del centrodestra si è manifestato quando il leader di Italia Viva ha criticato il Pd per aver messo nel mirino alcune scelte del governo e in particolare la decisione di inserire il termine “merito” nel nome del ministero dell’Istruzione e sul fatto che la prima premier donna non rappresenti appieno le donne. “Ma scusate, questo è masochismo” ha affermato al termine di questa parte di intervento, suscitando non solo gli applausi ma anche l’ilarità del centrodestra. “Tutto si può dire alla presidente Meloni, tutto, ma la 31esima presidente del consiglio dopo 30 maschietti, è una donna che ha vinto delle battaglie. La contesto, ma andarla ad attaccare sulla rappresentanza femminile è masochismo”.
Renzi ha poi ribadito che senza un’intesa di tutta l’opposizione, il ‘terzo polo’ potrebbe avanzare sue candidature autonome per la presidenza delle commissioni di garanzia (Copasir e Vigilanza Rai). Dopo l’esclusione del terzo polo dalla partita su vicepresidenze, questori e altre cariche istituzionali alle Camere, osserva Renzi, “se vogliono continuare così alla fine è la destra che decide e se ognuno va per conto suo allora potremmo presentare nostri candidati e poi vediamo che succede”. Renzi rivela il suo colloquio col senatore PD Dario Franceschini: “Mi dice che serve un accordo. Io gli ho risposto: ‘Ora?’. Gli do atto che lui aveva consigliato di darci almeno due questori, ma non l’hanno fatto. Le regole istituzionali non sono state rispettate e se non fai un accordo lasci decidere alla maggioranza, che elegge chi vuole…”, continua Renzi.
Renzi alla Meloni: “Daremo una mano per il bene del Paese”
Renzi ha poi commentato la commissione d’inchiesta sul Covid, annunciata dalla premier Giorgia Meloni, “La può guidare uno dell’opposizione ma paradossalmente sarebbe quasi più giusto che la guidasse uno che era all’opposizione prima, e quindi di Fratelli d’Italia”. Chiusura dedicata ad un messaggio alla Meloni: “Quando me ne sono andato da Palazzo Chigi – ha sottolineato – una delle cose che mi ha fatto stare meglio è stata una frase della Merini: ‘La migliore vendetta è la felicità'”. “Noi – ha concluso – le saremo lealmente contro ma pronti a dare una mano per il bene del Paese”.