Si faceva accreditare cifre su carte prepagate o suoi telefoni cellulari e poi scappava in un modo o nell’altro senza pagare. Arrestata dopo anni una signora 51enne di Anzio che si è presa gioco di bar e tabaccherie, puntando sulla sua apparente buona fede e sulla fiducia dei negozianti
Fine della corsa, fine dei raggiri. Arriva finalmente la condanna per una donna che negli ultimi anni ha sfruttato la fiducia dei negozianti per trarne vantaggio. Alla fine, vista con il senno di poi, la truffa era un gioco da ragazzi. Bastava puntare in particolar modo sull’apparente buona fede mostrata e sulla fiducia dei tabaccai o dei baristi di turno.
In fondo chi penserebbe che un’apparentemente stimabile signora potesse arrivare a un simile stratagemma? E invece è proprio così che una 51enne di Anzio (provincia di Roma) è riuscita a prendersi gioco del sistema più volte nel corso degli anni.
La truffa delle ricariche prepagate
Entrava nelle tabaccherie e bar come tante altre persone, in maniera insospettabile, facendosi accreditare dei soldi su carte prepagate e telefono cellulare. Poi trovava una scusa banale per allontanarsi un momento e se ne andava, lasciando così il commerciante senza nulla in mano. Magari fingeva di aver dimenticato il portafoglio in macchina, oppure improvvisava una telefonata importante proprio in quel momento e si allontanava “momentaneamente” dall’esercizio commerciale, fatto sta che riusciva sempre a farla franca. Adesso però le sue “bravate” sono terminate: dopo una lunga indagine portata avanti in un periodo compreso tra il 2012 e il 2018 da parte delle forze dell’ordine, infatti, la donna è stata definitivamente condannata a 12 anni e 4 mesi di reclusione, associata nel carcere femminile di Rebibbia, a Roma.