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Curiosità

Un mito da sfatare: perché non fa male mangiare il fritto

Published by
Mauro Simoncelli

La frittura è un metodo di cottura antico e meno dannoso di quanto si possa pensare, a patto di seguire alcuni piccoli accorgimenti fondamentali

Il fritto non deve essere demonizzato, ma è importante mirare alla qualità, alla quantità e alla combinazione del pasto. Inserire in modo regolare anche una o due volte a settimana una bella frittura e anche dei soffritti ha molti vantaggi sullo stimolo metabolico e quindi sul dimagrimento.

Mangiare cibo fritto non fa così male all’organismo –

La frittura è una tecnica di cottura che esiste da migliaia di anni, molto diffusa nella cucina popolare di tutto il bacino Mediterraneo. E forse non tutti sanno che l’olio extra vergine d’oliva è l’olio migliore anche per friggere, perché è ricco in acidi grassi monoinsaturi e soprattutto di antiossidanti che lo rendono più stabile durante la cottura.

Un mito da sfatare

Bisogna decisamente sfatare il mito che il fritto fa male, perché la convinzione diffusa è che i cibi fritti fanno male al fegato. In realtà una frittura ben fatta è la modalità di cottura che preserva al meglio le proprietà degli alimenti e stimola il fegato aiutandolo a lavorare più velocemente. Per essere però ben fatta, la frittura deve essere preparata rispettando alcune regole, ben bilanciata e associata all’interno del pasto con altri alimenti scelti appositamente. I cibi fritti come le patate fritte, le cotolette o le fritture di pesce, aiutano il fegato a lavorare in senso detox per il nostro organismo. La detossificazione è infatti fondamentale per depurarsi e il fegato è l’organo deputato alla lavorazione di scorie che normalmente produciamo, è il centro di detossificazione del nostro organismo, quindi un alimento o il metodo di cottura, se aiuta a lavorare meglio il fegato, aiuta tutto il nostro organismo a liberarsi delle tossine.

Fondamentale il tipo di olio e la temperatura di cottura –

Come friggere in maniera sana

A differenza di quanto si possa pensare, il fritto ben fatto è più digeribile rispetto ad altri tipi di cottura in quanto l’alimento si disidrata e quindi è facilmente aggredibile dai succhi digestivi. L’alimento fritto, nelle sue proprietà nutrizionali, sarà molto più vicino a un alimento crudo, fondamentale però è friggere nella maniera giusta. Il primo accorgimento è l’utilizzo dell’olio giusto, solo olio extravergine d’oliva, più ricco in acidi grassi e soprattutto di antiossidanti.

Seconda cosa importante è la temperatura di cottura, per evitare la formazione di sostanze nocive è infatti importante non superare mai i 180 °C, ma in generale durante la frittura è bene mantenere una temperatura costante tra i 140 e 160 gradi. Appena l’olio fuma ed emette un odore acre bisogna gettarlo via e cambiarlo. Ultimo accorgimento è la giusta preparazione dei cibi da friggere.  Riducete, se possibile, gli alimenti in pezzi piccoli e di uguali dimensioni, gli alimenti da friggere poi non devono essere troppo freddi o congelati, perché altrimenti si rischia di far abbassare la temperatura dell’olio, poi si deve asciugarli su carta paglia, mai sulla carta tipica da cucina.

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Mauro Simoncelli