Terribile episodio avvenuto a Torino, dove un detenuto di origine africana si è tolto la vita nella sua cella dopo l’arresto. Si trovava nel padiglione “nuovi giunti” e il provvidimento era arrivato a seguito di un furto di un paio di cuffiette bluetooth
Ancora un altro suicidio in carcere. Per la precisione il 72esimo di questo 2022. Questa volta riguarda un giovane detenuto di origine africana, che si è tolto la vita nella sua cella del padiglione B del carcere di Torino, nella sezione “nuovi giunti”. Si trovava lì da appena due giorni e alle 8 di stamattina è stato trovato impiccato.
L’arresto era avvenuto a seguito di un furto di un paio di cuffie bluetooth da parte del ragazzo e ieri nell’udienza di convalida in tribunale il giudice si era riservato la decisione se tenerlo in carcere o liberarlo. Il giovane però non ce l’ha fatta ad aspettare e ha deciso di suicidarsi. A scoprirlo sono stati gli agenti della polizia penitenziaria, che invano hanno provato a lungo a rianimarlo, avvelendosi anche della presenza di un volontario della Croce rossa.
Ennesimo suicidio in carcere
Cresce dunque il numero di suicidi in carcere, quelli che nell’ultimo dossier dell’Associazione Antigone venivano definiti come un “fenomeno che ha mostrato segni di preoccupante accelerazione, fino a raggiungere l’impressionante cifra di 16 suicidi nel solo mese di agosto, uno ogni due giorni. I numeri di quest’anno generano un vero e proprio allarme, non avendo precedenti negli ultimi anni. Non è facile trovare delle spiegazioni. Non è neanche facile trovare delle soluzioni. Di questo ne siamo consapevoli. Sappiamo anche che la vita carceraria è dura, genera sofferenza, esprime solitudini, produce desocializzazione e malattie. Va fatto tutto il possibile per modernizzarla, renderla più a misura di donna o uomo, per ridurre la distanza tra il dentro e il fuori“.