Il racconto di due imprenditori che hanno avuto il coraggio di puntare l’indice contro gli emissari del clan di Misilmeri. Uno ha pure registrato e fotografato il picciotto del racket
E arrivò il giorno dello sfogo dell’esattore. Quello che va a prendere i soldi dai poveri imprenditori che non ce la fa più perché il pizzo non lo prende più e i boss non lo comprendono. E insistono, non capendo che il mondo, per fortuna, da quel punto di vista sta cambiando. “Non può essere – si sfogava uno degli esattori del pizzo di Misilmeri – non può essere, non l’hanno capito che non è situazione… con la crisi e il pititto che c’è… ognuno che ci vai pure per un euro… minchia“. Era uno sfogo contro i capimafia che insistevano a ordinare estorsioni.
“Oggi le aziende o l’imprenditore ci viene più facile andarti a denunciare in tre secondi perché le persone sono stanche”. Esattori sull’orlo di una crisi di nervi: “Oh, questi che non ci sono stati… l’hanno capito il danno che è successo con il Covid? Le persone hanno chiuso le attività con le spalle avvampate“. Ma l’ordine dei boss era tassativo. Continuare a pretendere la tassa mafiosa.
Due imprenditori hanno deciso di denunciare i loro esattori
Ed è finita proprio come prevedeva quell’esattore tanto preoccupato: due imprenditori si sono presentati in caserma e hanno denunciato. Con il sostegno di Addiopizzo, che dopo il blitz di ieri mattina ha scritto: “Esistono le condizioni per denunciare in sicurezza e affrancarsi dal fenomeno estorsivo anche nel territorio della provincia di Palermo. Questa indagine – prosegue l‘associazione – dimostra, ove ce ne fosse bisogno, che il contributo degli operatori economici è fondamentale affinché lo straordinario lavoro di organi investigativi e autorità giudiziaria possa conseguire ulteriori risultati come quelli che emergono dall’indagine di oggi“.
Ed è finita proprio come prevedeva quell’esattore tanto preoccupato: due imprenditori si sono presentati in caserma e hanno denunciato. Con il sostegno di Addiopizzo, che dopo il blitz di ieri mattina ha scritto: “Esistono le condizioni per denunciare in sicurezza e affrancarsi dal fenomeno estorsivo anche nel territorio della provincia di Palermo. Questa indagine – prosegue l’associazione – dimostra, ove ce ne fosse bisogno, che il contributo degli operatori economici è fondamentale affinché lo straordinario lavoro di organi investigativi e autorità giudiziaria possa conseguire ulteriori risultati come quelli che emergono dall’indagine di oggi”.