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Maradona definito anti cristiano, ma non è cosi, ecco la verità!

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Paolo Colantoni

Da tutti Diego Armando Maradona è stato giudicato un anticlericale, lontano dalla Chiesa: ma la verità è un’altra

Oggi Diego Armando Maradona avrebbe compiuto 62 anni. In Argentina e a Napoli il suo ricordo è ancora molto forte. Nessuna città si è mai identificata come Napoli ha fatto con Maradona. Diego è stato per i partenopei il simbolo della riscossa, l’esempio da seguire e proteggere. L’uomo che da solo ha sfidato povertà, sfortuna e l’invidia sociale per diventare grande. Maradona è riuscito a creare con tutto il popolo campano una simbiosi unica: le immagini delle partite amichevoli ad Acerra nel fango, mentre si divideva tra dribbling e autografi con i bambini, hanno fatto il giro del mondo.

Diego Armando Maradona, la verità sulla fede cristiana –

Maradona è stato un esempio per milioni di giovani, anche per quello che riguarda i temi extra calcistici. Il pensiero del Diez sui temi di politica estera erano abbastanza netti: Diego ha sempre criticato gli Stati Uniti e l’Inghilterra, soprattutto sulla guerra delle isole Falkland. Non a caso non ha mai avuto esitazioni nel giudicare il gol segnato di mano alla nazionale inglese nei Mondiali messicani, come una sorta di risarcimento per tutto ciò che è accaduto in battaglia.

Anche sul fronte religioso il pensiero di Diego Armando Maradona è stato spesso considerato in modo univoco: basti leggere la definizione che Wikipedia regala a Maradona sui temi cristiani: secondo la più nota enciclopedia online, “Maradona provava invece una grande avversione per la Chiesa, in particolare per Giovanni Paolo II, definito nella sua autobiografia “un hijo de pu…”, e per l’ex presidente USA George W. Bush, da lui definito “un assassino”, dimostrata anche tra il 2005 e il 2007, prima indossando una maglia con su scritto “STOP BUSH”, con la S sostituita da una svastica durante una protesta contro il politico repubblicano statunitense, poi attraverso varie dichiarazioni: “Odio tutto ciò che viene dagli Stati Uniti. Lo odio con tutte le mie forze”.

Ma la realtà, almeno per l’aspetto cristiano è un’altra. Se è vero che il pensiero di Maradona non fosse pienamente in sintonia con quello di Giovanni Paolo II, è indiscutibile il fatto che Maradona vivesse un senso di cristianità molto forte. Nonostante polemizzasse con Wojtyla  (“In Vaticano ho visto i tetti d’oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa”), nel novembre del 1985,  assistette alla Messa che il Papa celebrava ogni giorno nella sua cappella privata. C’erano anche i genitori del campione, gli otto fratelli e la fidanzata. Al termine, il Papa si intrattenne con lui per un colloquio e Maradona ha sempre ricordato quell’incontro come “un’emozione indimenticabile”. Comportamenti non certo in linea con chi (per riprendere il pensiero di Wikipedia) “provava una forte avversione per la Chiesa”.

Diego Maradona con Papa Francesco – Ansa –

Con l’arrivo di Bergoglio poi, la passione cristiana di Maradona ha subito un nuovo e più forte impulso. “Sono tornato vicino alla Chiesa per Papa Francesco perché lui ha cambiato le cose. E se un argentino ha potuto far vincere due scudetti e una coppa Uefa al Napoli anche lui può far bene alla guida della Chiesa perché è un argentino”. Il 1 settembre 2014 Diego e Bergoglio si incontrarono in Vaticano: uno tifoso del River, l’altro legato al Boca, uno simbolo della Chiesa, l’altro giudicato (erroneamente) anticlericale. L’incontro fu lungo, emozionante, ricco di contenuti. Il Papa regalò a Diego un abbraccio lungo e significativo. “Papa Francesco è molto più di Maradona. È lui il vero fuoriclasse”, disse alla fine dell’incontro, stuzzicato dai cronisti. “Mi ero allontanato dalla Chiesa perché pensavo non facesse abbastanza per i bisognosi, ma con Francesco è diverso. Cosa mi ha detto? Che mi stava aspettando». Maradona donò una maglia dell’Argentina con la dedica: “A papa Francesco con tutto il mio affetto e molta pace per tutto il mondo”; sulle spalle della maglia dell’”albiceleste”, il numero 10 e la scritta “Francisco”.

Diego e il crocifisso

Quando il 25 novembre Diego morì (in circostanze ancora difficili da capire), viveva in una casa distante da quelle sfarzose e ricche nelle quali aveva passato gran parte della sua vita. Aveva con se poche cose: tra queste un crocifisso dal quale non si separava mai. Lo stesso crocifisso che mostrava con orgoglio e indossava sempre anche quando giocava e molti lo consideravano anticlericale.

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Paolo Colantoni