La paura, poi la decisione che le ha salvato la vita: a Seul c’era anche una giovane italiana salva per miracolo.
Ha telefonato alla famiglia in piena notte, già consapevole di quello che stava accadendo e decisa a rassicurare tutti.
Quelle immagini che aveva davanti agli occhi erano il presagio di una tragedia che si è consumata a Seul e che già faceva il giro dei tabloid in tutto il mondo. La storia di Francesca Di Camillo, 24 anni di Popoli, in provincia di Pescara, è stata raccontata sulle colonne del Messaggero. Una testimonianza cruda e diretta di quanto accaduto nella tragica notte dei festeggiamenti che segnavano l’arrivo della notte di Halloween e forse ancora di più la prima possibilità di radunarsi dopo le restrizioni dovute al Covid.
Il bilancio però ancora cresce, e nella folla ha rischiato di esserci anche la giovane che ha immediatamente allertato il papà, confermando in piena notte di essere salva. Ha avuto timore, subito. Ha capito che poteva accadere qualcosa di davvero irreparabile, e non ha esitato a far squillare il telefono in piena notte per avvertire tutti che a quel mega ritrovo non era andata, o meglio, l’aveva intimorita così tanto da cambiare strada. “È un disastro”, ha ammesso. Poi il racconto di una notte tragica.
“Papà, qui è successo un gran casino, i telegiornali di mezzo mondo ne stanno parlando, ma sto bene e mi sono già allontanata dalla zona del disastro”. Queste le parole di Francesca, raccontate da Il Messaggero. Pochi attimi prima nella calca ad Itaewon c’era anche lei, ma appena scesa dalla metropolitana si era resa conto che qualcosa non andava. È stato il papà, avvocato, a svelare il contenuto di quella telefonata in piena notte.
“All’uscita della metropolitana mi sono trovata migliaia di persone accalcate, tanti i giovanissimi – ha raccontato Francesca -, e alcune mie colleghe di università si sono addentrate nelle stradine lunghe e strette dove è avvenuta la tragedia. Una ragazza veneta a telefono ci ha detto che la gente camminava addosso ad altre persone e che non riuscivano a respirare”.
Papà Attilio racconta le sensazioni della figlia, di quell’ateneo che si è riempito di Polizia. “Ha pianto per tutta la notte. Leggeva il bollettino che si aggiornava e ha raccontato di avere ancora negli occhi le scene di ragazzi ammassati come sardine. Per lei è una esperienza sconvolgente”, ha concluso il papà di Francesca.