Il governo lavora a un nuovo anticipo tra 61 e 63 anni di età e 40-41 anni di contributi. Ecco come funzionerebbe: platea potenziale di 90 mila persone
Torna Quota 102, ma diversa da ora. E spunta anche Quota 103. Il cantiere pensioni è in piena attività, per impedire da gennaio lo “scalone” della legge Fornero, l’uscita solo a 67 anni. Con una novità: chi avrà i requisiti per la nuova Quota potrà anche scegliere di restare al lavoro con uno stipendio più alto, grazie a uno sgravio contributivo.
L’importante misura è allo studio dei tecnici del Mef, guidati dal ministro Giancarlo Giorgetti. E potrebbe finire nella prossima legge di bilancio da almeno 30 miliardi. Manovra coperta per 21 miliardi con il “tesoretto” Draghi e con sei decimi di maggior deficit, tale però da non compromettere il sentiero di discesa del debito pubblico.
Il nuovo quadro macroeconomico sarà chiaro entro venerdì 4 novembre, quando il ministero dell’Economia presenterà la Nadef (la Nota di aggiornamento del Def) rivista e completata. Il livello di crescita dovrebbe rimanere invariato e positivo, nonostante i venti di recessione, con un Pil del 2023 al +0,6%. Il deficit, portato dall’ex ministro Franco dal 3,9% al 3,2%, sarà rialzato al 4,5% senza compromettere la sostenibilità del debito. Tre quarti della prossima manovra, che deve essere spedita a Bruxelles entro il 30 novembre, saranno dedicati a misure di contrasto del caro energia.
Ecco come funziona quota 102
Il resto ad alcune delle promesse elettorali. A partire da una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e un nuovo tetto al contante a 5 mila euro. E poi la flat tax per le partite Iva (15% esteso fino a 85 o 100 mila euro di fatturato dai 65 mila attuali) e forse anche la flat tax incrementale. Una “web green tax” (tassa verde) per i giganti dell’e-commerce che non utilizzano mezzi ecologici per le consegne. Il taglio del cuneo fiscale: per ora solo il rinnovo dei due punti di Draghi, per poi salire a 5 punti nei prossimi anni. Una “manutenzione” del Reddito di cittadinanza. La revisione del Superbonus al 110%. Una moratoria sulle bollette per chi non ce la fa. E una nuova tassa sugli extraprofitti delle imprese energetiche ripensata da zero visto il flop degli incassi.
Il pacchetto pensioni prevede il rinnovo per il 2023 di Opzione Donna e Ape sociale: per le donne a 58-59 anni con 35 di contributi e ricalcolo dell’assegno e per i lavoratori svantaggiati, a 63 anni con 30 o 36 di contributi. Accanto a queste due misure, la Lega vorrebbe schierare anche Quota 41, per “cancellare la Fornero“: l’uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Il problema sono i costi, fino a 5 miliardi all’anno secondo Inps. Il primo anno la platea sarebbe di 200 mila lavoratori. Ma se fosse introdotto anche un paletto anagrafico – la nuova Quota 102, 41 anni di contributi e 61 di età – il bacino si restringerebbe a 90 mila lavoratori, con un costo attorno a 1,4 miliardi. Il vicepremier Matteo Salvini pensa che per coprire questa nuova Quota 102 (41+61) si potrebbe “sospendere per sei mesi il Reddito di cittadinanza a 900 mila beneficiari che possono lavorare e lo prendono da più di 18 mesi”.