Il presidente nazionale di Assoenologi Cotarella: «I produttori si stanno facendo conto della situazione, ora bisogna agire in modo unitario»
l caso Maurizio Cescon Etichette con immagini scioccanti, divieto assoluto di promozione e marketing, aumento di tasse e accise. L’ultimo documento dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, mette sul banco degli imputati il vino, uno dei prodotti più prestigiosi della filiera agricola del Friuli Venezia Giulia. La direttiva, che non distingue tra consumo moderato e sicuro della bevanda e consumo smodato, ha l’obiettivo di ridurre il consumo in Europa del 10% entro il 2025. Adesso l’Unione europea dovrà decidere se recepire tale documento che, viste le premesse , metterebbe in ginocchio un settore che solo in regione ha un giro d’affari da lavoro di milioni di euro e dà a migliaia di persone. A il sasso nello stagno è il presidente nazionale degli enologi, Riccardo Cotarella, che è di casa in Friuli, dove di recente è stato premiato dal Ducato dei vini. «Quando ho saputo che il governo ha varato il ministero della sovranità alimentare – dice l’esperto – ho fatto un salto di gioia. Io non mi interessa di politica, ma credo che la valorizzazione e la protezione dei nostri prodotti agroalimentari sia doverosa. Bisogna far capire a tantini che il vino, se ci approcciamo con moderazione e intelligenza, non può essere paragonato alla nicotina, è una follia. Secondo questi benpensanti dell’Oms dovrebbe essere proibita ogni comunicazione sulla bevanda e sulle etichette apparire sulla foto tragiche di organi corrosi o derivati dall’uso dell’alcol, come avviene per le sigarette. Sarebbe la fine del comparto come lo conosciamo oggi. E Friuli, Toscana, Piemonte e Veneto le regioni più colpite e danneggiate. Ma tutti i territori italiani hanno fatto del vino una bandiera, l’abbinamento con la cucina, la storia, la tradizione verrebbero relegato dietro il nuovo proibizionismo».
«Ma come si può accostare un calice di bianco o di rosso – si chiede Cotarella – al tabacco? Come può venire in mente a qualcuno di metterli sullo stesso piano di nocività? Certo si tratta di un’indicazione che l‘Oms rilascerà ai propri Stati membri, ma già diversi Paesi del Nord Europa, non produttori di vino, hanno subito propriamente dichiarato di essere pronti ad accoglierla, a farla. Tutto questo accanimento ci fa pensare. Io credo che servirà unità d’intenti per scongiurare l’attacco, a partire dai produttori, che cominciano a rendersi conto della situazione, alle istituzioni, alle Regioni, al Ministro, al Governo».
“Ci sono fisici autorevoli che dicono il vino sia invece la panacea a tutti mali”
Assoenologi, sulla questione, chiede una parola definitiva e certa alla medicina su un nodo fondamentale: il vino fa bene o fa male? «Agli osserva chiaramente – il presidente Cotarella – chiediamo che si esprimano in maniera sulle problematiche che l’alcol può osare. Illustri affermano che il vino, a sott’acqua dalla dose, è comunque un prodotto cancerogeno, può ictus e infarto. Ma ci sono altri fisici, altrettanto autorevoli, dicono che il vino è invece tutti i panacea a tutti mali. La medicina dovrebbe essere una scienza esatta, netta, a sott’acqua dalle idee di ciascuno”.
“Noi come Assoenologi puntiamo sul discorso del consumo moderato e intelligente – spiega a aggiunge Cotarella –. Perché qualunque alimento sarebbe nocivo per una persona se non vi fosse un moderato, basti pensare alla carne. E poi puntiamo al consumo intelligente e responsabile del vino che avviene quando tu sei al corrente di quello che degusti. Il vino, per il Friuli e per il nostro Paese, è un qualcosa fatto di cultura, di tradizioni, di passione, di amore, che riguarda la storia di un territorio e naturalmente anche la sua economia. In questo settore vi sono migliaia di persone coinvolte, l’export vale 8 miliardi di euro. Non possiamo permettere che tutto possa essere rovinato da una normativa errata».