Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista, ha intervistato Alessio Moriggi di Radio Cusano
Ciao Alessio, un vero piacere poterti avere ospite su questa testata giornalistica. Direi di iniziare subito la nostra chiacchierata con una primissima domanda. Da bambino la radio che ruolo aveva nella tua quotidianità?
“Nessuno, ma neanche la tv catturava la mia attenzione. Ho sempre praticato sport a livello agonistico, ricordo le mie giornate suddivise equamente tra la scuola e lo sport. Quando la sera tornavo a casa ero distrutto. Cena e subito dopo a letto“.
Puoi spiegare ai giovanissimi lettori come si diventa uno speaker radiofonico?
“Io non volevo diventare uno speaker, avevo voglia di comunicare, ma era la scrittura il mezzo che avevo scelto per farlo. Sono diventato giornalista scrivendo e ho continuato a farlo parlando ad un microfono. Io e la radio ci siamo corteggiati a lungo prima di amarci, non è stato un colpo di fulmine“.
Ma l’iter per arrivare in una radio, il percorso per arrivare di fronte ad un microfono importante è quasi sempre lo stesso. Si inizia da una radio piccola e piano piano si arriva in una radio più grande. O sbaglio?
“Solitamente è così, ma non è un percorso obbligato. Per imporsi serve fortuna, avere l’occasione giusta e coglierla non è sempre questione di talento“.
Sei d’accordo con me quando affermo che per diventare uno speaker radiofonico non è sufficiente avere solo una bella voce ed un’ottima dizione?
“Sono d’accordo con te. Una bella voce, un timbro caratteristico, può fare la differenza. La dizione é esercizio ed allenamento. Per diventare speaker serve tutto questo, ma non solo“.
Grande personalità e grande comunicativita unite ad una certa sensibilità e ad una grande apertura mentale sono la chiave del tuo successo a Radio Cusano?
“Il mio successo, spero che lo sia, sta nel rendere semplice e fruibile ciò che per molti può sembrare complesso e noioso. Si può essere interessanti parlando di tutto, c’è il modo giusto per parlare di ogni cosa. È il tratto distintivo della divulgazione“.
Come iniziare la carriera in una bella radio come quella nella quale lavori?
“Io sono alla continua ricerca di giovani che abbiano voglia di fare radio, non faccio tanto caso alla perfezione stilistica, mi interessa il tratto identitario“.
La demo radiofonica è come il book fotografico di una modella?
“La demo è un assaggio, io preferisco i provini di una volta. Quelli bravi sanno improvvisare e vanno testati dal vivo“.
Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
“L’umanità ha pure troppo, toglierei qualcosa invece che donare“.
Un tuo sogno nel cassetto è…?
“Condurre Sanremo“.
Quali i tuoi progetti futuri?
“Condurrò Sanremo, spero“.