Milano, omicidio Vittorio Boiocchi: spuntano le intercettazioni telefoniche della vittima con un dirigente dell’Inter. I toni non erano per nulla amichevoli
Spuntano altre novità in merito all’uccisione che riguarda Vittorio Boiocchi, il capo ultrà dell’Inter ucciso fuori il suo palazzo sabato 29 ottobre. Poco prima del fischio di inizio del match tra i nerazzurri e la Sampdoria. A togliergli la vita un killer (forse anche due) che gli avrebbe esploso tre colpi di arma da fuoco che lo hanno colpito al torace e al collo. Già nel marzo dello scorso anno l’uomo era finito in manette per estorsione.
Nelle ultime ore sono spuntate altre novità che riguardano proprio lui ed alcune intercettazioni che lo stesso ha avuto con un dirigente dell’Inter e non solo: si è capito il giro di affari che ruotavano intorno a San Siro ed i legami mafiosi che lo stesso aveva con altre persone. Gli “80mila euro al mese” che l’uomo ripeteva al telefono era solo una minima parte.
“Ci prendiamo le cose a forza” e molto altro ancora avrebbe rivelato il 69enne. A quanto pare il business criminale ruotava intorno al racket dei biglietti, parcheggi, venditori ambulanti, sicurezza e paninari. I proventi venivano divisi tra i capi delle tifoserie sia dell’Inter che del Milan.
Questi “affari” non riguardavano solamente le partite di calcio, ma anche i concerti. Anche il business dei parcheggi riguardava loro, gestito da società vicine alla Ndrangheta: a guidarle Luca Lucci (quello della stretta di mano con Salvini) e Giancarlo Lombardi detto anche ‘Sandokan’. Nelle indagini sarebbe coinvolta anche una famiglia di Reggio Calabria e quattro dirigenti dell’Inter.
Per loro le accuse sono gravi visto che si parla di: ipotesi di reato di associazione per delinquere. In questo modo favorivano i capi ultrà fornendo biglietti agevolati. Possibile che nell’omicidio Boiocchi c’entri tutti questo. Nel frattempo le indagini degli inquirenti vanno avanti e non sono affatto esclusi altri colpi di scena in merito.