Morgan in politica? Il cantante non sta nella pelle: “A Meloni ho inviato…”

Morgan che entra a far parte nel mondo della politica? A quanto pare è più di una possibilità. Il cantautore ha rivelato tutte le sue emozioni in una intervista che ha rilasciato al quotidiano ‘Corriere della Sera’ dove ha espresso il suo pensiero in merito e non solo

Subito dopo le parole rilasciate dal neosottosegretario al ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, di voler affidare a Morgan un dipartimento ad hoc per la musica il cantautore ha espresso tutta la sua felicità ed ha rivelato le sue emozioni a vari quotidiani. In particolar modo al ‘Corriere della Sera‘ dove si è soffermato sui problemi del nostro Paese. Queste sono alcune delle sue parole in merito: “Bisogna guardare ai sintomi ma alla radice, che è una: la mancata valorizzazione culturale del suo patrimonio“.

Le parole di Morgan al Corriere della Sera
Morgan (Ansa Foto)

Con Sgarbi si conoscono da più di 20 anni ed hanno sempre affrontato l’argomento della cultura. “Come me è convinto che la musica abbia un ruolo determinante. C’era bisogno di una visione luminosa come la sua per mettere a frutto questo progetto in realtà molto semplice: bisogna promuovere questa rinascita culturale”. Ha continuato dicendo: “L’Italia non ha mai avuto coraggio di avere l’occasione di essere l’egemone della cultura“. Un coraggio che Sgarbi ha avuto così come la Meloni e che lo stesso cantautore sostiene di avere.

Morgan: “Alla Meloni ho inviato un testo di Goethe

Le parole di Morgan al Corriere della Sera
Morgan (Ansa Foto)

Il nativo di Milano ha continuato dicendo: “Per mettere Sgarbi dove è stato messo ci vuole una grande intelligenza anche, è stata una bellissima mossa. Perché lui farà bene non solo ai simpatizzanti del governo, ma a tutti”. Avrebbe ricevuto una chiamata proprio da tutti? A quanto pare no. Sostiene che Enrico Letta, ad esempio, se fosse stato nominato presidente del Consiglio, non lo avrebbe mai telefonato: “La sinistra non ha il briciolo di un’idea da dopo Bertinotti.

Sono orientati al mercato. Franceschini è stato un ministro spento: bisognava trovare il tasto “on”. In conclusione ha parlato della Meloni, ma con lei non ha mai discusso né di politica e nemmeno di cultura: “Di recente le ho mandato il testo di una traduzione di Goethe e lei ha dimostrato un’apertura mentale che la rende molto diversa da come in tanti vogliono dipingerla”.

Gestione cookie