Ancora un test ma questa volta da Pyongyang alzano il tiro: accuse per il missile, dal Giappone fermano la circolazione dei treni.
Proseguono a ritmo altissimi e preoccupante i test di Pyongyang. Dopo la pioggia di missili che nella giornata di ieri è caduta oltre il confine marino, arriva una nuova denuncia.
Se ieri Seul ha chiarito che “per la prima volta i missili sono caduti vicino alle acque territoriali sudcoreane a sud della Northern Limit Line”, e da Pyongyang hanno ribadito che si tratta di una risposta alle provocazioni militari, oggi un nuovo test crea preoccupazione alza il livello di allarme. Questa volta a lanciare un appello è il Giappone, con una nota in cui si evidenzia che uno dei missili lanciati potrebbe rappresentare un segnale forte, e che il rischio di una escalation è adesso alto.
Secondo la Corea del Sud, da Pyongyang avrebbero dato ordine di lanciare un missile balistico intercontinentale progettato per colpire obiettivi dall’altra parte del mondo. L’accusa arriva dallo Stato maggiore dell’esercito di Seul, secondo il quale alle ore 7.40 del mattino il missile sarebbe stato sganciato ed ha volato per 740 chilometri. Accuse pesanti arrivano anche dal Giappone, con misure per i cittadini assunte per evitare rischi.
Sempre questa mattina sarebbero stati lanciati due missili a corto raggio, che rappresentano la settima esercitazione dell’anno. Il primo ministro Kishida ha condannato i lanci definendo quello di questa mattina “oltraggioso e intollerabile”. Allo stesso tempo, nelle prefetture di Yamagata, Niigata e Yamagata sono stati emessi avvisi di emergenza con il blocco dei treni. Ai cittadini è stato richiesto di restare in casa in una situazione mai così allarmante.